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Adesso basta: essere giovani oggi è un disastro, per colpa dei giovani (e dei genitori)

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La tragedia di CasalPalocco a Roma ha, per fortuna, acceso una bella polemica sul rapporto fra “gggiovani”, social media, denaro ed educazione, o per meglio dire, totale mancanza di educazione.

Il “C>ollettivo” The Borderline, cioè quattro ragazzotti che facevano soldi con sfide da neurone solitario, l’hanno fatta grossa. Mentre cercavano di guidare per 50 ore senza lasciare l’accelleratore, di una potente Lamborghini Urus si sono scontrati con una piccola smart, uccidendo un bambino di 5 anni, ferendo la sorella e la madre. Il tutto poi continuando a riprendere, tanto, per loro, non era successo niente.

Non ho voglia di fare tante manfrine e prediche. Quindi sarà sintetico e per punti:

  1. Non era la prima volta che questo “Collettivo di influencer” faceva una sfida che non solo era stupida, ma metteva a rischio la vita di terzi. Un anno fa avevano fatto una sfida simile, ma senza Lamborghini. Questa sfida, prima della scorsa settimana, era stata vista centinaia di migliaia di volte. Di fronte ad un evidente comportamento pericoloso e in violazione del codice della strada, possibile che nessuno abbia avvertito le forze dell’ordine? Che non ci sia stato un vigile urbano che abbia visto questa sfida? Che nessuno abbia sentito il bisogno non di denunciarli, ma di chiamarli in caserma e ammonirli? L’Italia è il paese dove si passa dal fregarsene ampiamente all’andare in galera, per lo stesso comportamento. Non va bene.
  2. I comportamenti irresponsabili ci sono sempre stati, ma premiarli con i soldi solo perché sono talmente stupidi da essere seguiti è un po’ troppo. Siamo il paese dove la prostituzione è illegale, ma dove fare esempio della propria non cultura no. Non si può impedire ad una persona di essere un idiota, ma premiarlo per quello va contro le regole di autoconservazione della società. Quindi una bellla norma che vieti la monetizzazione dei contenuti social, di qualsiasi tipo, senza nessun contenuto culturale, sarebbe necessaria. Si dovrà discutere cosa sia cultura o meno, ma sarebbe già un  bel passo avanti.
  3. Essere giovani non è che essere vecchi senza i vantaggi che derivano dall’esperienza. Ormai si perdona tutto ai giovani, per cosa? Per vedere delle persone, diremmo dei cittadini, che si vantano di comportamenti da singolo neurone celebrare. Non parlo solo dei quattro di Roma, ma anche di quelli che deturpano le opere d’arte per la “Lotta climatica”; come è successo recentemente in Svezia.

Essere giovani non è un’attenuante, la disciplina che si richiede agli adulti e agli anziani deve essere applicata, con maggiore durezza, anche a chi le proprie esperienze le sta costruendo, proprio perché le costruisca meglio e in futuro abbia minori problemi.

Invece si perdona tutto ai giovani, perché giovani. Ma basta! Siamo stati tutti giovani, abbiamo fatto tutti idiozie, ma almeno non ce ne vantavamo!!


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