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23 Agosto 2023: a Durban nascerà la valuta dei BRICS?

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Sinora la valuta per gli scambi internazionali e la finanza è stata il dollaro USA, ma gli accordi che i BRICS ptrebbero firmare a Durban in sud Africa, il prossimo 23 agosto, potrebbero mutare questo status, per lo meno in modo parziale.

Il dollaro attualmente presenta tre grossi problemi:

  • non rappresenta più il maggior mercato di sbocco per il petrolio e per le materie energetiche;
  • è stato trasformato in una sorta di arma dal governo USA, come dimostra la crisi ucraina, con l’esclusione della Russia dalle transazioni;
  • gli USA, con il debito attuale di poco meno del 130%, potrebbero essere tentati dall’usa della pressa e dall’inflazionare la valuta.

Questi sono timori legittimi, a cui si somma il fatto politico che Cina e Russia sono avversari globali degli USA.

Entrambe le nazioni hanno firmato attivamente “accordi commerciali bilaterali” con altre nazioni, il che significa che possono acquistare e vendere l’una dall’altra nelle proprie valute, piuttosto che utilizzare il dollaro come intermediario.Però non esiste una singola valuta per facilitare gli scambi fra i paesi fuori dall’orbita occidentale.

Quindi gli accordi di Durban potrebbero essere un trattato, presumibilmente da annunciare il 22 agosto, per lanciare una nuova valuta internazionale sostenuta da materie prime. “Supportato da materie prime” è importante, perché è il modo più semplice per una nuova valuta di guadagnare credibilità. Quale valuta esistente oggi trae il suo valore da qualcosa di diverso dalla speranza o dal potere finanziari0?

Questa nuova valuta BRICS consentirebbe alle nazioni partecipanti di eludere le sanzioni finanziarie statunitensi e di evitare il problema dell’inflazione del dollaro.

Inizialmente, le mie fonti indicano che la valuta BRICS potrebbe essere sostenuta da materie prime prodotte e scambiate dalle nazioni BRICS – cose come petrolio, metalli industriali e grano – o, più probabilmente, oro.

Sostenere la loro nuova valuta con l’oro sarebbe una mossa ovvia per i BRICS. La Cina e la Russia sono, rispettivamente, le nazioni numero 1 e numero 2 al mondo per l’estrazione dell’oro (Sudafrica e Brasile sono rispettivamente il numero 13 e il numero 14). Sia la Cina che la Russia hanno già considerevoli riserve auree ufficiali (sesta e settima al mondo). Legare però una valuta a una singola materia prima o metallo prezioso sarebbe pericoloso, perché la valuta avrebbe un valore collegato a un singolo bene rende questo sottoponibile a spinte speculative che avrebbero un effetto su tutto l’insieme delle valute dei BRICS.

Questo, in sostanza, è l’essenza degli Accordi di Durban:

  • Un’alternativa al dominio finanziario globale degli Stati Uniti
  • Un metodo per evitare che dollaro USA sia usato come un’arma
  • Un modo per evitare l’inflazione causata dall’eccessiva stampa di dollari
  • Un mezzo per semplificare e snellire gli accordi commerciali bilaterali già in essere
  • Gli Accordi di Durban possono rappresentare la prima alternativa praticabile e utile al dollaro USA.

Ed è per questo che possono essere un problema per gli USA. Staranno a guardare senza fare nulla?

Poi c’è un altro problema: nessun consumatore compra “Ferro” o “Uranio”. Compra prodotti fatti anche con il ferro ed energia di cui l’uranio è parte del mix. La vera valuta la sceglie il compratore più che il venditore. La Cina deciderà, fra i BRICS, la valuta, perché lei è la maggior consumatrice.

Personalmente ritengo che, più che a una moneta unica, si giunga ad un accordo sulle modalità di pagamento delle transazioni internazionali alternativa a quella basata sul dollaro, ma non obbligatoriamente con una nuova valuta. Tra upoco più di una settimana lo sapremo con certezza. 


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