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2017, UNA BUONA ANNATA PER IL PETROLIO?
Il petrolio ha il vento in poppa. Su tutto il 2016, il corso del petrolio ha registrato la sua migliore performance dal 2009, grazie all’accordo concluso tra i paesi produttori di ridurre la produzione, il cui surplus ha pesato sul prezzo dell’oro nero nei due anni precedenti. Ma come sarà il 2017?
2016, un anno eccezionale per il greggio
Il 2016 è stato un anno particolarmente ricco di eventi per il petrolio e le altre materie prime. Nonostante un inizio difficile (una diminuzione del -26% alla fine del 2015, con il valore più basso dell’anno raggiunto il 20 gennaio), il prezzo del Brent ha guadagnato il 52% su tutto l’anno, mentre il WTI è salito del 45%: si tratta do aumenti senza precedenti dal 2009, l’anno in cui entrambi i greggi avevano progredito rispettivamente del 78% e del 71%.
Un accordo storico
Queste performance straordinarie sono state possibile grazie alla conclusione di un accordo (il primo in tal senso dal 2008) tra i paesi membri dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) in favore di una riduzione della produzione, accordo al quale dovrebbe partecipare anche la Russia, colosso mondiale dell’oro nero (che pur non è membro dell’Organizzazione).
Limitazione della produzione, ripresa della crescita: il 2017 si preannuncia positivo, ma…
Oltre all’annuncio dell’OPEC e alla partecipazione di Mosca, il miglioramento della situazione economica globale suggerisce che i prezzi del petrolio dovrebbero aumentare nel 2017. Tuttavia, gli specialisti ritengono che questo incremento resterà moderato e che nel corso dell’anno si alterneranno rialzi e ribassi. Per quali ragioni?
Innanzitutto, resta ancora da vedere se le misure evocate nell’accordo dell’OPEC saranno effettivamente applicate e per quanto tempo. Infatti, è difficile credere che i paesi produttori sosterranno una diminuzione dei ricavi per oltre due o tre mesi.
In secondo luogo, l’aumento del prezzo del greggio favorirà la ripresa degli investimenti nel petrolio di scisto da parte degli operatori petroliferi americani: a fronte di questo rilancio, i membri dell’OPEC inizieranno a pompare freneticamente per non perdere la loro quota di mercato.
Infine, l’abbassamento della domanda da parte di Cina e India, previsto dalla maggior parte degli analisti, nonché il rafforzamento del dollaro e il ritorno degli Stati Uniti al protezionismo potrebbero minacciare la ripresa globale e frenare la domanda di petrolio.
Tenersi informati in tempo reale
In un tale contesto, seguire le variazioni dei prezzi del petrolio tenendo conto dell’evoluzione storica dei valori è l’unico modo per investire in modo consapevole su questa commodity.
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