Attualità
Weidmann: i suoi sogni sono i nostri incubi. Fallimenti e inlazione (solo tedesca) in arrivo
Jens Weidmann, il Governatore della Bundesbank, decide di concedere un’intervista al quotidiano tedesco Augsbuger Algemeine, e ci fornisce la realtà prevista per la Germania e i suoi sogni, che, parallelamente, sono i nostri incubi.
Prima di tutto alcune previsioni sull’inflazione e sull’economia:
Inflazione:
Il tasso d’inflazione continuerà a salire quest’anno. In Germania l’imposta sul valore aggiunto è tornata al livello precedente (dopo lo stimolo anti-covid della Merkel, ndR). Ciò influisce sui prezzi. A questo si aggiunge la tassa sull d CO2, che aumenta anche il tasso d’inflazione. Tuttavia, è controverso agirà il blocco forzato di certi consumi legato l Corona. . Molti cittadini attualmente non sono in grado di spendere i propri soldi e inevitabilmente risparmiano di più
Dalla prospettiva odierna, il tasso d’inflazione secondo l’indice armonizzato dei prezzi al consumo in Germania dovrebbe superare il tre percento entro la fine dell’anno. Sarà solo temporaneo – ho già menzionato alcuni effetti speciali. Ma una cosa è chiara: il tasso d’inflazione non rimarrà basso come lo scorso anno nel lungo periodo.
Quindi la Germania si spetta di arrivare al 3% d’inflazione. Non per un successo della politica monetaria della BCE, che non può sicuramente aver avuto grossi effetti visiti lockdown ancora esistenti in molte parti d’Europa, quanto della politica fiscale tedesca interna legata prima al taglio temporaneo dell’IVA, troppo breve e soprattutto coincidente con l’arrivo delle tasse “Verdi” che dovrebbero aiutare la cosiddetta “Transizione ecologica”. Non è che la Transizione ecologica sia un modo per forzare un aumento dell’inflazione falso e forzato tramite un aumento dei costi per famiglie e imprese?
Anche perché a Weidmann le tasse piacciono abbastanza, infatti non vede l’ora che torni il cosiddetto “Freno del debito tedesco”, cioè una politica di austerità forzata, con surplus continui, destinata a far calare il debito mantenendo però la crescita dei redditi in Germania sotto controllo strettissimo. Weidmann lo dice chiaramente:
Gli stati devono ridurre nuovamente il loro indebitamento dopo la pandemia. Questo è il motivo per cui dovremmo esaminare come rendere più efficaci le regole fiscali europee. In Europa abbiamo deciso una politica monetaria comune. Ma gli stati non erano pronti a rinunciare alla loro autonomia attraverso i bilanci nazionali. Questo crea incentivi per gli stati ad assumere più debiti. Un livello elevato di debito rende vulnerabile l’unione monetaria e potrebbe quindi esercitare pressioni sulla politica monetaria per mantenere bassi i costi di finanziamento.
Gli stati devono ridurre nuovamente il loro indebitamento dopo la pandemia. Questo è il motivo per cui dovremmo esaminare come rendere più efficaci le regole fiscali europee. In Europa abbiamo deciso una politica monetaria comune. Ma gli stati non erano pronti a rinunciare alla loro autonomia attraverso i bilanci nazionali. Questo crea incentivi per gli stati ad assumere più debiti. Un livello elevato di debito rende vulnerabile l’unione monetaria e potrebbe quindi esercitare pressioni sulla politica monetaria per mantenere bassi i costi di finanziamento.
Oltre alle regole fiscali, i mercati dei capitali devono disciplinare anche le finanze pubbliche. L’acquisto di titoli di Stato da parte della BCE non deve quindi pregiudicare la disciplina di mercato.
Quindi l’austerità è sempre il primo dei desideri tedeschi. Il Coronavirus, non ha cambiato proprio nulla, esattamente nulla. Ancora si propongono una politica di austerità e di contenimento forzato del debito, a scapito della crescita (degli altri), e si augurano di forzare questa riduzione attraverso un mercato brutale e violento. Ecco perché è veramente importante contenere lui e le sue idee nella BCE e in Europa.
Perché il suo sogno, e il nostro incubo, è quello della fine della politica espansiva della BCE e quindi dell’aumento dei tassi d’interesse che lui, come alti nel board della BCE si augura che aumentino:
Siamo da tempo in una fase di bassi tassi d’inflazione e quindi di tassi d’interesse molto bassi, ma sono convinto che ciò non possa essere protratto a piacimento. È tanto più importante che il Consiglio direttivo cessi la sua politica monetaria molto espansiva in tempo utile non appena è prevedibile che raggiungeremo il nostro tasso d’inflazione obiettivo. Non deve poi mancare la determinazione, anche se aumentano i costi di finanziamento per i paesi fortemente indebitati.
Quindi l’Italia, ma anche tutti i paesi di area mediterranea a le Francia hanno un nemico dichiarato, e risiede a Francoforte. Lui è la vera minaccia per la moneta unica. Nel caso la sua visione politica vincesse, personalmente, non darei oltre 36 mesi di vita alla moneta unica.
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