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VITTORIO SGARBI, UN LEONE CONTRO LA CORRUZIONE DEL CSM (E LA POLITICA OMERTOSA) (di Francesco Perretta)

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Ho avuto la possibilità di frequentare Vittorio Sgarbi e di conoscerlo da vicino come personaggio pubblico, intellettuale e uomo dotato di lucida e libera intelligenza. Ho avuto la possibilità di apprezzarlo per le grandi doti umane, per l’affetto che ha dimostrato più volte nei miei confronti, della mia famiglia e persino della mia città. Ho appreso molto da Vittorio, con lui mi sono nutrito di bellezza e l’ho apprezzato come grande conoscitore dell’arte in tutte le sue forme, col suo piglio da critico che giudica gli artisti essendo egli stesso, in fin dei conti, un artista, un uomo capace cioè di gesti eclatanti e tali da suscitare emozione e riflessione, così come, con altre forme e in altre epoche, hanno fatto personalità non comprese dai propri contemporanei come Caravaggio o Van Gogh.

C’e’ un che di caravaggesco nella scena della “deposizione” di Vittorio, un gesto sarcastico e irriverente con il quale Sgarbi ha voluto farsi notare, facendosi espellere dalla Camera, per richiamare l’attenzione del Paese nei confronti del tema insopportabile della corruzione nella magistratura, massima istituzione che la Costituzione pone a tutela della legalità e della dignità dello Stato.

Per chi non l’avesse capito o per chi dorme, politici inetti e irresponsabili in primis, la Palamaropoli svela una situazione inaccettabile e pericolosa per tutti, avverso alla quale pochi e troppo poco hanno parlato. Compresi i “leader” del centrodestra. Compreso il Presidente della Repubblica. Compresi quelli che hanno subito “inquisizioni” e inchieste ingiuste. Vittorio Sgarbi, invece ha parlato, e ha parlato per tutti e sopra di tutti. Finché non gli hanno tappato la bocca trasportandolo fuori dall’aula con un gesto vile che dimostra l’assoluta irresponsabilità di una classe politica fallimentare e di un Parlamento che non tutela se stesso, tradendo il principio della rappresentanza e della sovranità popolare, sbilanciando i poteri dello Stato e consegnandoli, di fatto, a chi non deve averli. Perché non sta scritto da nessuna parte che il CSM, tramite qualcuno dei suoi membri più influenti, debba tramare con personaggi di potere ne’ che possa favorire o sfavorire partiti o personaggi politici o chissà qui. Anzi sta scritto il contrario, in ogni tribunale: “la legge è uguale per tutti”. E chi non lo denuncia e’ complice di quella che Cossiga, vero statista, definì “un’associazione mafiosa”, come ha ricordato Sgarbi dopo aver urlato che “Dobbiamo aprire una commissione d’inchiesta urgente contro la criminalità di magistrati che fanno l’opposto del loro lavoro”. Parole eroiche, sibilline e commoventi, degne di una persona libera e coraggiosa.

L’omertà e’ meno impegnativa, la connivenza e’ più vantaggiosa.

Indignarsi poi per qualche mugugno o per qualche vaffa di troppo e’ più conveniente, così come ha fatto Mara Carfagna, splendida presidentessa ma non troppo, in quella seduta parlamentare.

Squallido però il suo comportamento di ieri quando, sentendosi investita di una dignità istituzionale un po’ troppo auto-celebrativa, ha preteso il sollevamento dell’inerme Sgarbi, dimenticando persino chi l’ha portata in parlamento, per indubbissime capacità politiche, e tutte le inchieste di cui è stato accusato Berlusconi.

Un consiglio a “la Mara” e a tutti i perbenisti: indignatevi per le cose serie, e soprattutto imparate… capre!

ecco il video di quanto accaduto alla Camera

https://www.youtube.com/watch?v=Q30IlQ53oH4


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