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USA: inflazione in leggero calo, non è detto che questo spinga la FED ad agire

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Banconote dollari

Cala ancora l’inflazione negli USA. Si prevede che l’IPC principale negli Stati Uniti si sia stabilizzato su base mensile grazie al calo dei prezzi dell’energia e che il dato annuale sia passato dal 3,2% al 3,1% a novembre. Mentre tutte le componenti, tranne l’abitativa, puntano a solo un +1,4%, l’abitazione porta l’andamento dei prezzi verso l’alto. 

L’inflazione core è vista ferma al 4%, ancora alta per i decisori della FED, e resta il doppio dell’obbiettivo della FED. Questi numeri appaiono certamente migliori rispetto a quelli del 2022, quando l’inflazione core degli Stati Uniti ha raggiunto il 6,6%, ed è rimasta anche leggermente superiore alle aspettative del mercato del 3%.  Come dirà sicuramente domani il presidente della Fed Powell, i progressi nella lotta della Fed contro l’inflazione sono incoraggianti, ma il lavoro non è ancora finito. Intanto vediamo i grafici dell’inflazione a breve:

In un orizzonte venticinquennale

Ecco il dato delll’inflazione core, invece invariato

Dato che l’intero inasprimento della politica monetaria è finalizzato alla lotta all’inflazione, una serie di dati sull’inflazione più morbidi del previsto potrebbe dare ulteriore impulso alle “colombe” della Fed, ma molto dipenderà anche dai dati del lavoro e, comunque, sapremo domani cosa ne pensa il board.

Sebbene la Fed sia soddisfatta dei risultati attuali – inflazione in calo nonostante un sano allentamento del mercato del lavoro e una crescita abbastanza resistente – Powell non parlerà di successo raggiunto sull’inflazione, per lo meno questa settimana. Come abbiamo detto i risultati sul lavoro sono positivi e l’inflazione Core, influenzata da salari, è ancora ai livelli del mese scorso e non è caduta. Pertanto, è probabile che la Fed si mostri soddisfatta ma cauta, a prescindere da ciò che vedremo oggi nei dati sull’inflazione.


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