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COP28: ormai la conferenza sul clima si avvia al flop totale

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Il vertice sul clima COP28 si è prolungato fino a martedì, mentre le nazioni continuano a non essere d’accordo sulle formulazioni relative all’uso e alla produzione di combustibili fossili, con ex funzionari occidentali che suggeriscono che la conferenza di Dubai è “sull’orlo di un fallimento completo”.

L’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore ha dichiarato che “la COP28 è ora sull’orlo del fallimento totale”.
“Il mondo ha un disperato bisogno di eliminare gradualmente i combustibili fossili, il più rapidamente possibile, ma questa bozza ossequiosa si legge come se l’OPEC l’avesse dettata parola per parola”, ha aggiunto Gore in un post su X. Solo persone illuse possono pensare di vedere i paesi in via di sviluppo e produttori di gas e petrolio che firmano accordi per la riduzione delle emissioni e il costoso passaggio alle energie rinnovabili.

Una bozza della dichiarazione finale di lunedì, che faceva riferimento solo a suggerimenti sulla “riduzione del consumo e della produzione di combustibili fossili”, ha fatto arrabbiare molte nazioni sviluppate e insulari per l’assenza di un linguaggio sulla “eliminazione graduale dei combustibili fossili”.

La bozza è stata presentata dal presidente della COP28, Sultan Al Jaber, che è anche l’amministratore delegato della compagnia petrolifera nazionale ADNOC.

La bozza dice che la Conferenza delle Parti “invita le Parti a intraprendere azioni che potrebbero includere”, tra le altre cose, “la riduzione del consumo e della produzione di combustibili fossili, in modo giusto, ordinato ed equo, in modo da raggiungere lo zero netto entro, prima o intorno al 2050, in linea con la scienza”. Tra le altre cose, quindi come se fosse una cosa accessoria, fra le tante, che possono essere fatte. Una grande vittoria per OPEC+.

La bozza include anche i testi: “Riduzione rapida del carbone non abbattuto e limitazioni alla concessione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica da carbone non abbattuti” e “Eliminazione graduale, il prima possibile, dei sussidi inefficienti ai combustibili fossili che incoraggiano lo spreco e non affrontano la povertà energetica o le giuste transizioni”.

Le possibilità di un compromesso sembravano scarse martedì, dopo che gli Stati Uniti, l’Unione Europea, il Regno Unito, l’Australia e un gruppo di nazioni insulari più duramente colpite dal cambiamento climatico hanno dichiarato di rifiutarsi di firmare un documento che non menziona l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. I delegati delle piccole nazioni insulari hanno dichiarato di non voler approvare un accordo che sarebbe una “condanna a morte” per i Paesi più colpiti dal cambiamento climatico.

Però l’eliminazione dei combustibili fossili è la condanna per altri stati, per cui ci sono interesse troppo contrastanti e di difficile valutazione. COP28 chiuderà con il nulla, e non poteva essere diversamente, dato che a presienderlo erano proprio i produttori di petrolio. Però, sicuramente i delegati internazionali saranno stati benissimo nella lussuosa Doha.

 


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