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Tre persone si danno fuoco in sette giorni. Drammi della disperazione, e noi ricordiamo Jan Palach

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In una settimana tre persone hanno scelto il modo più doloroso possibile per tentare il suicidio, in Italia: si sono date fuoco. Questi sono i tre casi:

  • il 31 gennaio una persona si è data fuoco a Rende, un professore;
  • il 5 febbraio a Oderzo, in provincia di Treviso, per una multa comminata in assenza di Greenpass;
  • oggi, in Sicilia, un giovane si è dato fuoco. Quindi è stato portato a Roma in rianimazione.

Tre persone talmente disperate da scegliere il modo più doloroso, e simbolico, per suicidarsi in una settimana. L’Italia è un paese senza speranza che sceglie il modo più penoso per andarsene, ma anche quello che è una vera e propria protesta contro una situazione che distrugge la volontà.

Bisognerebbe costruire speranza, eppure questa non c’è: non si esce dal Green Pass, non si esce dal covid, non si esce,  anzi si entra , nella crisi economica. Il governo sembra stordito,  finge di fare (male) qualcosa, ma pensa solo a un PNRR che non serve nessuno. Non c’è speranza, come sotto un’occupazione.

Questa vicenda mi ricorda la tremenda protesta dei cinque dissidenti cecoslovacchi che nel 1969, a cinque giorni di distanza gli uni dagli altri, si diedero fuoco in piazza. Una protesta estrema, che però mise un seme nelle coscienze: al funerale di Jan Palach parteciparono 600 mila persone, nonostante ci fossero i carri armati sovietici in piazza. Palach lasciò queste parole:

«Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l’onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l’abolizione della censura e la proibizione di Zpravy (il notiziario sovietico). Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s’infiammerà”

Ora Jan Palach è un eroe a cui è dedicata la piazza di Praga prima dedicata all’Armata Rossa. Lui tenne le coscienze sveglie.

Il vero dramma è che in Italia non ci sono coscienze da svegliare, e come media siamo messi peggio dell’URSS.


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