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Shell: all’ultimo minuto i Paesi Bassi cercano di abbassare le tasse…

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Il FT lo ha definito “un tentativo dell’ultimo minuto di mantenere Shell nei Paesi Bassi”. Il governo sta tentando di abolire una tassa sui dividendi che Shell ha citato come uno dei motivi per lo spostamento della propria sede nel Regno Unito.

“…il governo provvisorio di Mark Rutte sta cercando di trovare una maggioranza parlamentare dell’ultimo minuto per eliminare una ritenuta alla fonte del 15% che è stata a lungo fonte di lamentele per Shell e la collega multinazionale anglo-olandese Unilever”, ha riferito FT su Lunedì. La coalizione di Rutte stava cercando di eliminare la tassa introdotta dal 2017 per indurre più imprese a trasferirsi nel paese.

 

L’amministratore delegato della Shell, Ben van Beurden, aveva precedentemente citato la tassa sui dividendi come motivo per considerare di lasciare il paese. Il Regno Unito non ha una ritenuta alla fonte sui dividendi, ma gli azionisti pagano poi sugli utili percepiti. Questo viene a favorire l’azionariato internazionale che non ha il problema della detrazione della ritenuta d’imposta.

La spinta alla semplificazione arriva in un momento in cui Shell è sotto pressione da parte degli investitori attivisti di Third Point per dividere la propria attività. Third Point ha affermato che Shell è “impantanata” da una “strategia incoerente”. Inoltre la questione della ritenuta d’acconto sui dividendi non è l’unica questione in campo. C’è anche il limite al riacquisto di azioni proprie, attualmente limitato al tipo di azioni B quotate nella borsa dei Paesi Bassi, con impossibilità d’interventi della società negli acquisti. Inoltre non dimentichiamo la pressione del tribunale olandese affinché la società petrolifera predisponesse un piano di sviluppo coerente con le prerogative climatiche. Una società multinazionale che produce gas e petrolio. Senza contare i problemi di avere una doppia quotazione a Londra e ad Amsterdam.

Gli azionisti di Shell voteranno sulle modifiche proposte il 10 dicembre.


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