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Serbatoi pieni – pance e portafogli vuoti. Un rischio reale per molte famiglie europee

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Oggi il Daily Mail si lamentava, giustamente, che il regno Unito rischia di andare in una sorta di “Lockdown de facto“, per i prezzi del carburante che sono talmente alti da mettere in difficoltà molti lavoratori e obbligarli a scegliere se portare i figlio o meno a scuola, per risparmiare carburante. Una situazione che si sente in quasi tutta Europa e che deve essere messa in relazione con il progressivo impoverimento dei cittadini di molti paesi europei da un lato e con politiche energetiche e fiscali sbagliate, che nel tempo hanno visto i carburanti come una forma semplice per generare dei flussi finanziari.

Perché il problema è semplice: il prezzo del carburante in aumento  è una difficoltà superabile se i redditi sono elevati. Se però si è poveri si viene posti davanti ad alternative molto pesanti.  I residenti della Grecia devono pagare circa il sei per cento del loro salario medio mensile per un pieno di benzina dallo scorso lunedì, a causa dell’aumento dei prezzi. Gli italiani non sembrano messi molto meglio. Come riportato di seguito da Florian Zandft di Statista, questa è la cifra più alta tra tutti i paesi dell’OCSE.

Anche con gli Stati Uniti che hanno registrato livelli record di oltre $ 4 per gallone la scorsa settimana, la nazione è ancora ultima in termini di quota salariale mensile media necessaria per un pieno rifornimento, come mostra il grafico di Statista.

Infografica: serbatoio pieno, portafoglio vuoto? | Statista

Secondo i dati combinati dell’OCSE e di GlobalPetrolPrices.com, gli americani hanno dovuto pagare l’1,2% del salario mensile medio del paese per 60 litri  di benzina alle pompe. Mentre il loro vicino settentrionale, il Canada, rientra nella stessa fascia con l’1,9%, il loro partner dell’accordo di libero scambio nordamericano, il Messico, aveva una delle quote più alte del reddito mensile medio necessario per riempire un serbatoio da 60 litri o 16 galloni al 4,8%.

Questa disparità può essere in parte spiegata dallo stato generale della ricchezza e dei mercati del lavoro nei paesi corrispondenti, nonché dalla loro capacità di produrre autonomamente carburante, come nel caso del Canada e degli Stati Uniti.

Quindi, mentre gli abitanti della Danimarca hanno dovuto pagare una media di $ 2,4 per litro di ottano 95 alla pompa il 7 marzo, un serbatoio pieno ammonterebbe solo a circa il tre percento del salario medio mensile di circa $ 4.900. Gli automobilisti greci, d’altra parte, hanno dovuto fare i conti con 2,1 dollari al litro alle pompe contro un reddito medio mensile di 2.267 dollari. Gli italiani, da quanto appare dal grafico, sono messi poco meglio dei greci! Però ricordatevelo: l’Euro vi ha protetto dall’aumento dei prezzi… o no?


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