Euro crisis
Ma se invece della Grecia buttassimo fuori la Germania? (di Antonio Maria Rinaldi)
Mentre in tutt’Europa il dibattito sulla permanenza nell’euro o meno sta prendendo sempre più piede, aprendo dibattiti fra le forze politiche e sociali sempre più ampi e articolati, in Italia si inneggia ancora a supporto delle “visioni” che ebbero i vari Prodi, Ciampi, Amato e compagnia cantando quando ci consegnarono legati mani e piedi al Dio euro.
La dimostrazione più evidente è stata nell’elezioni europee del maggio scorso, dove il partito più fedele e supino all’euro, e unico esempio fra tutti i paesi interessati, ha conseguito il successo con il 40,8%.
Anzi in tutti gli altri è prevalso un forte e diffuso scetticismo mai prima emerso.
Ma l’aspetto più inquietante e paradossale di questo scenario risiede nel constatare unicamente che, aldilà dei doverosi distinguo, si sono creati due separati blocchi: da una parte la Germania (con i suoi satelliti) sempre più rigida nelle sua convinzione sul come continuare a governare la politica economica del Vecchio Continente e tutti gli altri disponibili, anzi disponibilissimi, ad iniziare dalla Francia, Spagna, Portogallo, Grecia nel trovare soluzioni alternative tali da rompere gli schemi fino ad ora adottati.
E badate bene che queste “prese di posizione contrarie” scaturiscono da governi abbastanza “addomesticati”, in quanto preventivamente legittimati e graditi dalle oligarchie autoreferenziali dalla Troika in giù.
Ci siamo dimenticati dell’Italia? Assolutamente no, è nel primo blocco, esattamente inserita a braccetto con la Germania nei “suoi satelliti”, perché ora l’unico vero grande alleato di Berlino stiamo dimostrando di esserlo proprio noi italiani, mentre dovremo essere i PRIMI nel prendere l’iniziativa di contrastare l’attuale situazione di monopolio germanico perché siamo quelli che ci hanno rimesso di gran lunga di più di tutti dall’appartenenza a questa moneta unica.
Il “furbo” Renzi è fino ad ora stato abilissimo con le parole, ma nei fatti ha dimostrato inequivocabilmente di essere il più fedele gregario delle volontà portate avanti con cinica prepotenza e arroganza da parte del governo della Frau Merkel.
La sua disponibilità incondizionata a rispettare come uno soldatino sull’attenti tutte le imposizioni dell’UE, anche quelle non richieste, senza neanche alzare un dito rispetto a quello che invece è stato tranquillamente disatteso prontamente dagli altri (basta ricordare gli sforamenti dei deficit dei nostri vicini), testimonia come nel nostro Paese ancora non si abbiano le idee chiare su molte cose.
Siamo rimasti a quelli che chiedono ancora con il “cappello” in mano, invece di farsi forza delle proprie ragioni che se disattese potrebbero creare ben grossi problemi a tutti.
Insomma mai siamo stati capaci di poter esercitare nessun potere contrattuale per portare a casa risultati, ma solo ed esclusivamente dei Sissignore!
Eppure i risultati elettorali ellenici, determinati dall’orgoglio di un popolo umiliato e in ginocchio ma ancora non vinto, potrebbero far nascere un’intesa trasversale in Europa per far ribaltare la situazione che fino ad ora sembrava impossibile: invece di pensare di far uscire la Grecia dall’euro, perché non lavoriamo tutti insieme per buttare fuori la Germania?
Perché se tutti gli altri paesi nei 15 anni di euro ci hanno più o meno rimesso, chi invece se n’è più che avvantaggiata è proprio lei e se riuscissimo a “togliere il tappo”, che condiziona così fortemente ogni azione decisionale in Europa perché preventivamente deve passare da Berlino che ha la pretesa-presunzione di fissare le regole a tutti, forse le cose andrebbero molto meglio rispetto ad ora.
Le esigenze di “tutti gli altri” sono molto più simili fra loro rispetto a quelle che invece vengono perseguite attualmente a immagine e somiglianza dell’economia tedesca e pertanto sarebbe nell’interesse di tutti “sbarazzarsi” di chi si è arrogato il comando in Europa.
Certo non si risolverebbero del tutto i problemi, ma è certo che la rigidità sarebbe sostituita con una effettiva flessibilità e mutualità perché fortunatamente prevarrà la convinzione che sia completamente inutile morire, ma con i conti in perfetto ordine!
Antonio Maria Rinaldi
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