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Economia

“Troppo stupido”, “Perdente totale”. Trump durissimo attacca Powell. Si aspetta le dimissioni dalla Federal Reserve dopo la decisione contrastata di ieri?

Durissimo attacco via social di Donald Trump al governatore della Fed, Jerome Powell, dopo lo stop ai tagli dei tassi. La decisione provoca una rara spaccatura nel board, con due membri dissenzienti. Sullo sfondo, pesanti accuse di Trump sulla gestione della Fed.

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sicuramente non nasconde il suo pensiero, anzi lo esprime in modo anche fin troppo chiaro. Oggi, direttamente dal suo social media Truth, Trump, ha attaccato il governatore delle Federal Reserve, Jerome Powell, con parole che raramente si leggono a livello di governo.

Jerome “Too Late” (troppo tardi) Powell l’ha fatta grossa ancora una volta!!! È TROPPO IN RITARDO, e in realtà TROPPO ARRABBIATO, TROPPO STUPIDO e TROPPO POLITICO per ricoprire la carica di presidente della Fed. Sta costando al nostro Paese MILIARDI DI DOLLARI, oltre a essere responsabile di uno dei più incompetenti, o corrotti, lavori di ristrutturazione di un edificio nella storia dell’edilizia! In altre parole, “Too Late” è un PERDENTE TOTALE e il nostro Paese ne sta pagando il prezzo!

 

Toni così duri non si leggono molto spesso nelle comunicazioni, anche informali, di un capo di stato. L’ggetto del contendere è la decisione di politica monetaria presa ieri dal FOMC, il Federal Reserve Open Market Committee, che ha mantenuto i tassi invariati.

Sebbene la decisione fosse del tutto prevedibile, la riunione è stata degna di nota per il fatto che sia Christopher Waller che Michelle Bowman hanno espresso parere contrario alla decisione di tagliare i tassi. L’esperto statunitense Phillip Marey sottolinea che è la prima volta dal 1993 che due governatori della Fed dissentono dalla decisione, una polarizzazione nella quale la posizione pro riduzione dei tassi di Trump ha sicuramente avuto un ruolo.

Powell ovviamente ha appoggiato il mantenimento dei tassi attuali, anzi ha assunto un tono aggressivo nella conferenza stampa di ieri sottolineando che l’economia è “solida”, l’inflazione è superiore all’obiettivo del 2%, il mercato del lavoro è “al massimo livello o quasi” e che i prezzi di alcuni beni sono stati spinti al rialzo dai dazi. Una posizione seccamente contraria a Trump e alla sua politica.

In un momento il cui il Partito Democratico è allo sbando, Powell si è incaricato di svolgfere la vera opposizione politica contro Trump, e come oppositore viene trattato. Powell non può essere sostituito sino al prossimo maggio, ma quanto puòl rimanere nella propria posizione a fronte di attachi di questa durezza che, fra l’altro, fanno trasparire accuse di corruzione legate alla ristrutturazione della sede della Federal Reserve?

A questo punto o si va al muro contro muro, con conseguenze imprecisate sia per la politica, sia per l’economia americana. Un duello da cui non potrà che restarne uno.

 


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