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Satelliti nucleari russi: in realtà gli USA avevano l’arma per abbatterli 40 anni fa

Se il problema sono i satelliti nucleari russi, gli USA avevano armi anti satellitari fin dagli anni 80, come ASM-135

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F15 lancia un missile anti satellite ASAT durante un test
F15 lancia un missile anti satellite ASAT durante un test

Secondo la Casa Bianca, la sicurezza nazionale degli Stati Uniti è attualmente minacciata da una nuova minaccia proveniente dalla Russia: un’arma antisatellite emergente “preoccupante” che, sebbene apparentemente incapace di “distruzione fisica” a terra, potrebbe disturbare gravemente le operazioni militari e civili degli Stati Uniti nello spazio. Alcuni funzionari governativi statunitensi sospettano che il sistema possa essere nucleare, una prospettiva che solleva il timore che il governo russo possa non solo mettere fuori uso i satelliti strategici in orbita ma, a sua volta, infliggere un duro colpo all’economia statunitense degradando le operazioni governative e civili nello spazio.

In realtà, ne abbiamo parlato più volte, sembra che questa minaccia sia essenzialmente un ballon d’essai verso la pubblica opinione e la politica. Inoltre non è assolutamente chiaro quale sia questa “Minaccia satellitare nucleare” e quando sarà realizzata. Insomma, un pasticcio comunicativo.

Il problema non sussisterebbe, se fosse considerato in modo serio. Come sottolinea Military.com forze armate statunitensi dispongono di una contromisura relativamente semplice per affrontare le armi spaziali: basta inviare un jet da combattimento per far saltare per aria il satellite che crea pronblemi o minaccia gli altri. La USAF ha già un’arma per questo, testata, che risale agli anni ottantaa, quando le cose si facevano ancora realmente e non solo con le parole. 

Nel 1985, mentre la Guerra Fredda volgeva al termine, l’esercito americano si trovò ad affrontare un problema relativamente nuovo. L’Unione Sovietica aveva sviluppato una “robusta” capacità di lanciare in orbita piccoli satelliti in grado di tenere traccia delle navi da guerra della U.S. Navy in mare, una capacità che diminuiva la capacità del Pentagono di nuovere le proprie pedine senza essere visto, secondo il Magg. Gen. Wilbert “Doug” Pearson Jr. , ora in pensione, l’unico pilota dell’Air Force ad aver mai abbattuto un satellite in orbita sopra il pianeta.

Le forze armate USA hanno cercato un modo per abbattere i satelliti sovietici sin dallo Sputnik 1 del 1957. I missili basati da terra sono risultati troppo lenti nella reazione, per cui l’unica piattaforma ritenuta utile è stato un missile lanciato da una piattaforma aerea, un caccia.

I programmi precedenti hanno evidenziato l’assoluta difficoltà di colpire un satellite con un altro oggetto, perché gli oggetti nello spazio, per essere in orbita intorno alla Terra, devono muoversi a velocità molto elevate e colpire qualcosa a velocità molto elevate è molto difficile“, ha detto Pearson a Task & Purpose della sua miracolosa uccisione spaziale in un’intervista del 2020.


In risposta al rapido sviluppo da parte dell’Unione Sovietica di armi antisatellite “co-orbitali” alla fine degli anni ’70 – armi “progettate per raggiungere l’orbita, sincronizzarsi con i loro obiettivi e detonare, inviando schegge per distruggere i satelliti nemici”, secondo lo Smithsonian – l’amministrazione Carter lanciò un programma di armamento che avrebbe portato allo sviluppo del missile ASM-135, proprio il sistema che Pearson avrebbe usato per abbattere un satellite in orbita. Il concetto alla base dell’ASM-135 era semplice: Un aereo avrebbe lanciato in quota un missile a due stadi che avrebbe poi rilasciato un “veicolo di puntamento in miniatura” autonomo che avrebbe impattato contro un satellite nemico, facendolo a pezzi a una velocità di migliaia di chilometri all’ora.

All’inizio degli anni ’80, Pearson era il comandante dell’F-15 Anti-Satellite Combined Test Force della base aerea di Edwards, in California. Quando arrivò il momento di testare l’ASM-135, l’F-15 fu la scelta più logica come veicolo di lancio. All’epoca l’ 15 era l’unico caccia abbastanza potente per poter essere abbastanza potente da poter trasportare un’arma in grado di raggiungere l’orbita.

Dopo cinque lanci di prova riusciti del missile ASM-135 da un F-15, il team di Pearson decise che era arrivato il momento di testare il sistema su un bersaglio satellitare reale. Il team ha scelto il satellite Solwind P78-1, una piattaforma di osservazione solare che orbita intorno al pianeta a un’altitudine di circa 325 miglia da quando è stato lanciato dalla base aerea di Vandenberg nel 1979.

Il giorno del lancio era il 13 settembre 1985. Dopo essersi incontrato con un’aerocisterna di rifornimento a circa 200 miglia da Vandenberg AFB, Pearson si portò finalmente in posizione ad un’altitudine di 30.000 piedi (10 mila metri) per lanciare l’ASM-135 verso il satellite Solwind, che si muoveva ad una velocità di circa 11 mila km orari  a circa 400 km   sopra l’aereo di Pearson. Secondo lo Smithsonian, Pearson “accese i postbruciatori, accelerò l’aereo fino a Mach 1,3 e iniziò una salita di 60 gradi” prima di premere il “pulsante di lancio” del suo aereo e lanciare il missile verso il bersaglio.

Il missile ASM-135 ha accelerato rapidamente a 13.000 piedi al secondo, schizzando in lontananza. Poiché non riusciva a ottenere una conferma visiva dell’impatto con il satellite Solwind, fu la sala controllo a confermare che l’ASR 135 aveva colpito il satellite. Un’operazione che non tutti ritenevano possibile nel 1985, ma che si poteva fare, e parliamo di quasi 40 anni fa…

Il programma fu poi interrotto per il taglio dei fondi e la fine della guerra fredda, ma, francamente, la minaccia satellitare avrebbe delle contromisure che, almeno in teoria, al giorno d’oggi dovrebbero essere facilmente disponibili, se non vivessimo nell’epoca delle parole e non dei fatti.

Sebbene da allora gli Stati Uniti abbiano sviluppato altri metodi per disattivare i satelliti – nel 2008 il cacciatorpediniere della Marina USS Lake Erie ha utilizzato uno Standard Missile-3 per distruggere un satellite malfunzionante del National Reconnaissance Office – nessun altro ha eguagliato l’onore di Pearson come “asso dello spazio” da quel fatidico giorno del 1985.

Alla fine, quindi, parlare di minaccia russa dallo spazio ha più un valore politico che militare. L’ennesima arma di distrazione di massa.


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