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Rischia di scoppiare una guerra fra due grandi paesi Nord Africani, e la Spagna ne paga il prezzo energetico

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Un attacco ha ucciso tre cittadini algerini all’inizio di questa settimana, e ora Algeri accusa il suo vicino Marocco di essere l’organizzatore di questo attentato, affermando che questo “Non sarà impunito”.
L’incidente è solo l’ultimo di una disputa durata mesi tra le due nazioni nordafricane, ma questa faida, sempre crescente, potrebbe trasformarsi rapidamente in qualcosa di molto più grande, addirittura in un conflitto dichiarato con tanto d’intervento occidentale. Nel frattempo la Spagna resta senza la sua maggiore fonte di gas naturale…

Questo mercoledì, l’emittente  algerina Ennahar  ha dichiarato che il 1 novembre un “bombardamento barbaro” aveva preso di mira un convoglio di camion in viaggio tra Nouakchott  (Mauritania) e Ouargla (Algeria), vicino al confine mauritano con il conteso Sahara occidentale, territorio attualmente occupato dal Marocco. L’attacco mortale, che si dice abbia ucciso tre civili algerini, fa temere che possa presto scoppiare una guerra Algeria-Marocco. La prospettiva, anche per le implicazioni energetiche, è poi quella di un intervento della NATO o di paesi europei.

Ad agosto, il ministro degli Esteri algerino Ramtane Lamamra ha annunciato che il suo paese stava interrompendo le relazioni diplomatiche con il Regno del Marocco, citando incidenti che coinvolgevano la sicurezza nazionale. Una settimana prima, il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune aveva affermato prima di una riunione dell’Alto Consiglio di sicurezza del paese che “gli incessanti atti ostili perpetrati dal Marocco hanno comportato la necessità di una revisione delle relazioni tra i due paesi e l’intensificazione dei controlli di sicurezza“.

Inoltre, il 31 ottobre, l’Algeria ha interrotto il contratto di fornitura di gas con il Marocco, non casualmente il giorno prima dell’attacco mortale. Algeri in precedenza forniva gas alla Spagna attraverso il gasdotto Gazoduc Maghreb Europe (GME), che però riforniva anche Rabat, di cui solcava il territorio come potete vedere.

Questa scelta rischia di mettere in ginocchio, dal punto di vista energetico, il Marocco in tempi brevi: il termina per Gas Liquefatto di Jorf Lasfar è ancora lontano dall’essere completato. Però la chiusura del gasdotto ha messo anche in grave difficoltà la Spagna che lo utilizzava per il proprio rifornimento. L’Italia riceve invece il gas da una struttura che attraversa la Tunisia e giunge quindi in Sicilia.

All’inizio di ottobre poi l’Algeria ha chiuso il proprio spazio aereo alla Francia, per alcune  mosse di Parigi ritenute ingerenze negli affari interni algerini. Il  13 ottobre  l’emittente nazionale algerina ha annunciato che le forze di sicurezza della nazione avevano sventato un complotto per lanciare un attacco terroristico nel paese che si affermava sarebbe stato sostenuto da Israele. La radio parlava del coinvolgimento di un altro “Paese nordafricano”, ovviamente il Marocco.

Da quando il Regno del Marocco ha dichiarato che avrebbe aderito agli “Accordi di Abramo” e normalizzato formalmente i legami con Israele, le tensioni tra Rabat e Algeri sono state ai massimi storici. Sebbene il Marocco lo neghi abbondantemente, l’Algeria ha ripetutamente affermato di sentirsi minacciata da quella che chiama una “presenza sionista” al suo confine.

Quando ad agosto sono scoppiati grandi incendi nel centro del paese, il  presidente algerino ha accusato il gruppo Rashad e il Movimento per l’autodeterminazione della Cabilia (MAK), entrambi gruppi terroristici registrati, di essere i colpevoli con il  “sostegno e aiuto da partiti stranieri, in particolare dal Marocco e dall’entità sionista”.

Aggiungiamo al mix esplosivo le accuse mosse da Algeri a Rabat di essere dietro ad attività spionistiche nel paese, anche con l’utilizzo del noto software israeliano Pegasus.

Il Marocco, invece, vede l’Algeria come sostenitore del Fronte Polisario, ritenuto organizzazione terroristica e che lotta per l’indipendenza del Sahara occidentale, Trump, nell’ambito della normalizzazione dei rapporti fra Marocco e Israele, ha riconosciuto il Sahara Occidentale come parte del Marocco.

Quindi abbiamo una potenziale guerra alle porte dell’Europa che non potrà vedere però né Parigi né soprattutto Madrid come semplici spettatori. Una situazione di tensione ulteriore che può sfociare in una guerra guerreggiata.


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