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Rinaldi: «Senza aiuti a fondo perduto vedremo un’ecatombe di aziende»

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Intervista ad Antonio Maria Rinaldi sulla situazione attuale economica, sulle ultime evoluzioni del MES e sulla crisi prossima ventura che rischia di spazzare via interi settori dei servizi ed industriali. 

Articolo originale su Lo Speciale Giornale

Mes sì, Mes no. Conte chiude le porte all’utilizzo del fondo salva-stati ma poi, di fronte alle proteste del Pd, fa una mezza marcia indietro. Zingaretti e Renzi lo vogliono, i 5 Stelle no e anche Gualtieri frena. Insomma, che sta succedendo?

“Mi sembra evidente che la questione è prettamente politica, direi ormai esclusivamente ideologica. Conte deve fare i conti con la matematica, che però in questo caso non porta due più due a fare automaticamente quattro. Se infatti l’azionista di maggioranza numerico di questo governo è il Movimento 5 Stelle, nella pratica politica invece lo è il Pd. Il problema è che il Mes non viene più oggi analizzato da un punto di vista tecnico come sarebbe giusto avvenisse, e che porterebbe di fatto a considerarlo non conveniente. ma da un’ottica soltanto ideologica. Conte ha seguito la linea contraria al Mes dei grillini che sono il gruppo parlamentare più numeroso, ma poi si è dovuto parzialmente rimangiare quello che aveva detto per non mettere a rischio la tenuta dell’esecutivo che senza i voti del Pd e di Iv non regge. Fa l’equilibrista, un passo avanti e due indietro per non scontentare nessuno”.

Il Conte che due sere fa ha bocciato il Mes, lo ha fatto sulla base di motivazioni convincenti o c’è dell’altro da considerare?

“Le motivazioni di Conte, la Lega le sta sostenendo da sempre andando anche oltre quelle che sono valutazioni apparentemente superficiali. Il Mes è un meccanismo pensato per soccorrere i Paesi che hanno difficoltà di accesso ai mercati e l’Italia non mi sembra abbia di questi problemi. Chi accede al Mes accetta anche di sottoporsi a controlli molto rigidi dei propri conti pubblici, indipendentemente dalla letterina del maggio scorso di Gentiloni e Dombrowski, che nel ribadire l’accesso ad un Mes sostanzialmente morbido, non modificava di una virgola il trattato originario ed istitutivo. Quella lettera, al di là delle firme autorevoli, non costituisce in alcun modo una fonte di diritto. Il Mes resta codificato nei trattati europei e da specifici regolamenti. Se davvero la Commissione europea voleva riformare il meccanismo rendendolo più leggero, avrebbe dovuto cambiare l’articolo 136 del Trattato di Lisbona e i regolamenti collegati, non scrivere una semplice lettera d’intenti. Dal punto di vista giuridico quindi il Mes è rimasto quello di sempre con tutte le sue conseguenze”.

Dal Pd e da Italia Viva, ed in parte anche da Forza Italia, si sostiene che non si può rifiutare il Mes e nel contempo criticare le carenze sanitarie, la mancanza di posti in terapia intensiva e le difficoltà organizzative nell’affrontare l’emergenza Covid. Come risponde?

“Se c’è veramente la volontà di incrementare e migliorare il settore sanitario, il Mes non è l’unica strada percorribile, considerando per altro che le risorse verrebbero erogate col contagocce. Basterebbe immettere Btp o altri titoli di Stato sul mercato, perché il mercato stesso li possa acquistare a tassi molto vantaggiosi e senza le pesanti condizioni previste dal Mes. Inoltre l’operatività della Bce attraverso il cosiddetto Pepp, il programma d’acquisto dei titoli pensato per fronteggiare la pandemia, fa sì che i tassi dei titoli dei Paesi dell’eurozona siano mantenuti a livelli molto bassi. Con l’ulteriore vantaggio che i titoli acquistati dalla Bce sono in molti casi pure a costo zero, considerando che le cedule maturate vengono poi stornate alle rispettive banche centrali, che a lora volta le trasferiscono ai rispettivi tesori. Insomma, se proprio dobbiamo indebitarci facciamolo almeno in maniera intelligente e vantaggiosa”.

Conte ha parlato di ripresa economica, ma a Roma nella centralissima via Frattina ventidue negozi hanno abbassato le saracinesche per sempre. Che fare? Come intervenire per evitare il tracollo delle attività?

“E’ la prova che il governo è completamente scollegato dalla realtà, viaggia su un altro pianeta. Purtroppoo stiamo pagando a caro prezzo gli errori che ci hanno provocato mesi di scelte sbagliate. Come avevamo suggerito fin dall’inizio, sarebbe stato necessario intervenire concedendo al titolari di queste attività aiuti a fondo perduto come è stato fatto negli altri Paesi. Da noi si è scelta la strada del prestito, o peggio ancora del riconoscimento dei crediti d’imposta che possono essere utilizzati soltanto a fronte di un imponibile. Se si vuole evitare la catastrofe per il commercio e la piccola impresa, è necessario destinare, sulla base del fatturato dello scorso anno, aiuti a fondo perduto, senza chiedere in cambio nè il capitale, nè gli interessi. Poi sarebbe necessario stralciare gli obblighi fiscali a chi è in serie difficoltà”.

Come?

“Noi della Lega abbiamo vinto la battaglia sulla sospensione delle cartelle esattoriali, visto che la scorsa settimana siamo tutti andati, con Matteo Salvini in testa a manifestare sotto l’Agenzia delle Entrate. Ma la sospensione non basta, perché significa soltanto rinviare un problema che si ripresenterà puntualmente a marzo del 2021. Serve essere lungimiranti e studiare una forma di stralcio, considerando che tanti professionisti, partite iva, commercianti, piccoli imprenditori, avranno per molto tempo enormi difficoltà non avendo materialmente fatturato”.


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