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Rigenerare il midollo per curare lesioni spinali? Si apre una nuova strada

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Nel 2018, uno studio pubblicato su Nature aveva identificato un approccio terapeutico che stimolava la rigenerazione degli assoni – le minuscole fibre che collegano le cellule nervose e consentono loro di comunicare – dopo lesioni del midollo spinale nei roditori. Tuttavia, anche se tale approccio aveva portato con successo alla rigenerazione degli assoni attraverso lesioni gravi del midollo spinale, il raggiungimento di un recupero funzionale rimaneva una sfida significativa.

Per il nuovo studio, pubblicato questa settimana su Science, il team ha cercato di determinare se dirigere la rigenerazione degli assoni da specifiche sottopopolazioni neuronali alle loro regioni bersaglio naturali potesse portare a un significativo ripristino funzionale dopo lesioni del midollo spinale nei topi. Innanzitutto, hanno utilizzato analisi genetiche avanzate per identificare gruppi di cellule nervose che consentono un miglioramento della deambulazione dopo una lesione parziale del midollo spinale.

I ricercatori hanno poi scoperto che la semplice rigenerazione degli assoni da queste cellule nervose attraverso la lesione del midollo spinale senza una guida specifica non aveva alcun impatto sul recupero funzionale. Tuttavia, quando la strategia è stata perfezionata per includere l’uso di segnali chimici per attirare e guidare la rigenerazione di questi assoni verso la loro regione bersaglio naturale nel midollo spinale lombare, sono state osservate significative migliorie nella capacità di deambulazione in un modello murino di lesione completa del midollo spinale.

“La nostra ricerca fornisce importanti intuizioni sulle complessità della rigenerazione degli assoni e sui requisiti per il recupero neurologico significativo dopo lesioni del midollo spinale”, ha dichiarato Michael Sofroniew, MD, PhD, professore di neurobiologia alla David Geffen School of Medicine dell’UCLA e uno degli autori senior del nuovo studio. “Sottolinea la necessità non solo di rigenerare gli assoni attraverso le lesioni, ma anche di guidarli attivamente per raggiungere le loro regioni bersaglio naturali per ottenere un significativo ripristino neurologico.”

Gli autori sostengono che comprendere il ripristino delle proiezioni di specifiche sottopopolazioni neuronali alle loro regioni bersaglio naturali offre significative promesse per lo sviluppo di terapie volte a ripristinare le funzioni neurologiche in animali di dimensioni maggiori e nell’uomo “guidando” lo sviluppo degli assoni. Tuttavia, i ricercatori riconoscono anche la complessità di promuovere la rigenerazione su distanze maggiori in non-roditori, il che richiede strategie con caratteristiche spaziali e temporali complesse.

Tuttavia, concludono che l’applicazione dei principi delineati nel loro lavoro “sbloccherà il quadro per ottenere una riparazione significativa del midollo spinale lesionato e potrebbe accelerare la riparazione dopo altre forme di lesioni e malattie del sistema nervoso centrale”.

Insomma un passo avanti, non la soluzione, a un grave problema.

 


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