Europa
Renzi è stato preso in giro dalla Cancelliera Merkel: ci ha provato, ma deve capire che la Germania gioca un’altra partita e l’Italia va sacrificata agli interessi tedeschi. Che fare?
Dopo un buon anno di tentativi, di fiducia, di grande lavoro, è giunto il momento di tirare le somme del semestre di presidenza italiana dell’EU. Certamente questo era un appuntamento importante, soprattutto per chi vuole rimanere sulla scena politica per anni era importante essere “fit” nel periodo, e Renzi grazie alle ultime elezioni europee lo era, eccome. Detto questo Renzi ha impostato la sua politica sulla certezza o meglio sulle garanzie che la Germania avrebbe flessibilizzato i patti europei: oggi ci siamo accorti che è stato preso in giro, preso in giro dalla Germania di A. Merkel, oggi assieme al suo compagnone Junker (la manfrina sui 300 mld di investimenti europei extra deficit fa semplicemente ridere per come è stata [de]strutturata). Inaccettabile per un Italiano vedere il proprio primo ministro trattato come uno scolaretto, e lo dico con la stessa enfasi di quando urlavo contro il golpe a Berlusconi nel 2011. Io sostengo da tempo che il popolo di Goethe, sotto certi punti di vista assolutamente rispettabile, voglia riprendere le redini europee, quelle redini che a ben vedere storicamente non ha mai avuto, mai come oggi la Germania è ad un passo dal comandare l’Europa. Nel Trattato di Roma venivano introdotti principi di solidarietà europea che la Germania ha accettato e teoricamente promosso ad intento, forse solo perchè usciva da una guerra devastante, certamente NON perchè ci credeva.
Oggi abbiamo la prova di tale forte affermazione: la Germania NON vuole flessibilizzare il patto di stabilità, non vuole allentare l’austerity asimmetrica – soprattutto a danno dell’Italia, vedasi il prosieguo – , è pronta a tutto per evitare che i paesi membri escano dall’euro includendo anche l’opzione del protettorato militare in Grecia (come nei Sudeti, ricordate?). In breve, non è interessata a che i paesi europei escano dalla crisi, facendo un’unica eccezione con la Francia in quanto detentrice di quanto di strategico alla Germania manca e mancherà, l’arsenale nucleare. Tutto il resto è sacrificabile, anche la libertà e la democrazia reale – non quella di facciata – per i paesi periferici destinati a subire il giogo tedesco. Di più, per l’Italia, il primo competitor manifatturiero tedesco, c’è una ricetta speciale: spogliarla delle proprie imprese disinnescando la mina della competizione fatta dagli italiani con i loro prodotti, gente vista ancora oggi dal concittadini di Merkel come spaghetti e mandolino, persone fatte per cucinare, amare e fare i camerieri (e questo lo dico conoscendo molto ma molto bene i tedeschi).
Notasi, questo non è un problema per chi scrive, non è livore il mio, è piuttosto la consapevolezza della povertà materiale del popolo che vuole soverchiare il nostro paese e fin’anche l’Europa tutta – per propri diretti interessi economici, ndr-. Alla fine andiamo a vedere bene la realtà: l’ho già scritto in passato, parafrasando Fretscher, il capo del famoso Think Tank tedesco DIW che ha fatto più o meno le stesse affermazioni, la Germania è un paese relativamente povero e mal strutturato socialmente (soprattutto in termini di future pensioni), con molta ricchezza concentrata in mano di pochi, la distribuzione del benessere è terribile, paese più simile a paesi di puro capitalismo galoppante che di un vero stato sociale – molto peggio dell’Italia! – (…). Per sfizio, andate a vedere la classifica dei mega ricchi di Forbes in Germania, scorretela e fate qualche analisi: vedrete che nei primi venti diciamo una buona metà sono elites che hanno fortissime radici ex naziste, dai nipoti di Goebbels in avanti, e ricordate che questo non è un caso….
E dunque, oggi, per mantenere la pace sociale in terra teutonica in grado di perpetrare la ricchezza infinita delle loro ricchissime elites – e per pagare le future pensioni tedesche, come diceva Fretscher insostenibili – bisogna trovare spazio vitale, si devono fare girare le fabbriche. Ed in un contesto di bassa domanda mondiale data dalla crisi la ricetta è solo una: se non si può incrementare la domanda bisogna uccidere coloro che ti fanno competizione in casa…. Ecco spiegato l’arcano, ecco spiegato perchè l’austerty soprattutto per l’Italia deve continuare….
Ora Renzi che dovrebbe fare? Io un’idea ce l’ho: creare una Grosse Koalition alla tedesca – eh si -, un partito veramente trasversale finalizzato ad un obiettivo con la partecipazione di “tutti” quelli di peso pro-Italia, da Prodi a Draghi (che viene visto dalla Germania come un cristiano vede l’anticristo), a Berlusconi, alla Lega e promuovere l’unica medicina vera a questo infausto futuro che la Germania ci forza ad accettare, la minaccia reale di un’uscita dall’euro. Per iniziare bisogna cambiare il presidente della Repubblica italiano, troppo vecchio e stanco per l’immane compito e fors’anche troppo filo europeo oltre che nobile di casta e quindi potezialmente troppo vicino a quella stessa elite transnazionale europea che sta attaccando gli interessi italiani (la madre dell’ex comunista Napolitano – prima il nostro Presidente della Repubblica fu fascista nelle file del GUF durante il regime – era contessa di Napoli se non non ricordo male, mi sembra di ricordare damigella di corte di Re Umberto di Savoia, da cui derivano molte malelingue sulla sua sospetta famigliarità non dichiarata con gli ex governanti sabaudi, da queste ultime dicerie devo dissociarmi per rispetto il dovuto alla più alta carica dello Stato, ben s’intende – in ogni caso verificate, vi prego -…). Successivamente bisognerebbe allineare quegli imprenditori che possono essere interessati ad un’uscita dalla moneta unica, ossia sarebbe consigliabile escludere i torinesi e quelli che ci hanno guadagnato dalle privatizzazioni, penso soprattutto ai Benetton. Poi bisogna aspettare che l’amministrazione USA attuale perda le redini della politica estera, dal prossimo Gennaio. Successivamente bisogna sperare di avere l’appoggio USA e che la Germania renda pubblico o comunque evidente il suo supporto – mai venuto meno – a Putin. Alla fine, eventualmente sarà il nostro turno.
Quello che Renzi deve capire è che l’austerity non è più sostenibile, facendo così si ammazza il Paese e si rischia una rivoluzione interna, sangue sulle strade tra poliziotti – che non c’entrano nulla – e manifestanti oltre a grande miseria. Sono certo che Renzi non vuole questo come non vuole diventare un governatore stile Petain (alla fine finiscono sempre male i governatori di quel tipo, ndr), e che anzi gli conviene anche politicamente andare nella stessa direzione degli anti-euro, come peraltro una grossa base laterale del proprio partito oggi gli chiede. Il rischio? Essere ricordato come colui che ha ucciso l’Italia, i fiorentini i forconi li tengono sempre pronti in cantina, così almeno mi sembra di ricordare.
Mitt Dolcino
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