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Putin chiede al Parlamento l’OK di usare i Militari in Ucraina

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Ci siamo. Finite le Olimpiadi, ora Putin non scherza piu’. La Duma, il parlamento russo, ha chiesto al presidente Putin di adottare “le misure necessarie a riportare la stabilità in Crimea e proteggere la popolazione da tirannia e violenza“.

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(Base-navale-Sebastopoli)

L’Ucraina non e’ una Repubblichetta remota ma una nazione 2 volte l’Italia e 45 milioni di Abitanti, tra l’altro imbottita di armi.

 

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Putin

Da ABCnews

Putin’s call came as pro-Russian demonstrations broke out in major cities in eastern and southern Ukraine, where protesters raised Russian flags and beat up supporters of the new Ukrainian government. The rubber-stamp parliament is certain to approve it in a vote expected Saturday. It was the latest escalation following the ouster of Ukraine’s pro-Russian president last week by a protest movement aimed at turning Ukraine toward the European Union and away from Russia.

Putin’s motion loosely referred to the “territory of Ukraine” rather than specifically to Crimea, raising the possibility that Moscow could use military force in other Russian-speaking areas in eastern and southern Ukraine where many oppose the new authorities in Kiev. “I’m submitting a request for using the armed forces of the Russian Federation on the territory of Ukraine pending the normalization of the socio-political situation in that country,” Putin said in a statement released by the Kremlin.

He said the move is needed to protect ethnic Russians and the personnel of a Russian military base in Ukraine’s strategic region of Crimea. Putin sent the request to the Russian legislature’s upper house, which has to approve the motion, according to the constitution. President Barack Obama warned Moscow on Friday “there will be costs” if Russia intervenes militarily.

In Crimea, the pro-Russian regional prime minister had earlier claimed control of the military and police there and asked Putin for help in keeping peace, sharpening the discord between the two neighboring Slavic countries. Armed men described as Russian troops took control of key airports and a communications center in Crimea on Friday. Ukraine has accused Russia of a “military invasion and occupation” — a claim that brought an alarming new dimension to the crisis, and raised fears that Moscow is moving to intervene on the strategic peninsula where Russia’s Black Sea fleet is based.

Ukraine’s population is divided in loyalties between Russia and Europe, with much of western Ukraine advocating closer ties with the European Union while eastern and southern regions look to Russia for support. Crimea is mainly Russian-speaking.

Crimean’s prime minister, Sergei Aksyonov, declared that the armed forces, the police, the national security service and border guards in the region will answer only to his orders. Ukrainian Prime Minister Arseny Yatsenyuk opened a Cabinet meeting in the capital, Kiev, by calling on Russia not to provoke discord in Crimea, a peninsula on the Black Sea.

“We call on the government and authorities of Russia to recall their forces, and to return them to their stations,” Yatsenyuk was quoted as saying by the Interfax news agency. “Russian partners, stop provoking civil and military resistance in Ukraine.”

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Da Repubblica

La Duma chiede al presidente di intervenire in territorio ucraino. Il primo ministro della Crimea Aksyonov annuncia: anticipato a marzo referendum su secessione. Kiev ribatte: “La sua nomina ha violato la costituzione“. Il premier ucraino Yatsenyuk: “Non cadremo in provocazioni russe”. Il vicepresidente Biden ribadisce il sostegno Usa alla sovranità ucraina. Obama potrebbe rinunciare al G8 di Sochi.

 Vladimir Putin ha chiesto l’approvazione del Consiglio della Federazione, il senato russo, per l’invio di un contingente militare in Crimea “fino a quando la situazione nel Paese non si sarà stabilizzata”. La decisione è giunta poche ore dopo l’invocazione di aiuto giunta al presidente russo dal primo ministro della Crimea, Sergiy Aksyonov, per “ristabilire la calma e la pace” sulla penisola, a maggioranza russofona, storicamente e commercialmente più vicina alla Russia che all’Europa e per questo molto lontana dal credo filo-Ue che ha guidato e unito i movimenti di Kiev fino alla fuga del presidente Yanukovich.
Alla richiesta, Kiev aveva reagito con un decreto del premier ad interim Arseniy Yatsenyuk che bolla come “illegale”, perché in violazione della Costituzione ucraina, la nomina di Aksyonov a primo ministro di Crimea, avvenuta giovedì scorso da parte del parlamento locale sotto il controllo armato di un commando pro-russo.

Ma si segnalano altre situazioni di insofferenza verso Kiev nelle regioni più vicine a Mosca. A Kharkiv, Ucraina orientale, a prevalenza russofona, un gruppo di insorti filorussi ha assaltato e occupato il palazzo dell’amministrazione regionale, fa sapere l’agenzia Interfax precisando che si sono sentiti colpi d’arma da fuoco sia all’interno che all’esterno dell’edificio e che ci sono decine di feriti. A Kharkiv, tra l’altro, era detenuta la leader dell’opposizione Yulia Tymoshenko. Più di 10mila persone sventolanti bandiere russe hanno protestato a Donetsk, considerata la roccaforte del deposto presidente Viktor Yanukovych. I manifestanti hanno dichiarato di sostenere “le aspirazioni della Crimea a riunirsi alla Russia”.

Tenendo conto della mia responsabilità per la vita e la sicurezza dei miei concittadini, chiedo al presidente russo Vladimir Putin di contribuire a garantire pace e tranquillità sul territorio della Crimea“, ha affermato Aksyonov, pronunciando un solenne discorso che in Russia la televisione di Stato ha trasmesso integralmente.

Aksyonov, anche capo del principale partito filorusso in Crimea, ha inoltre annunciato che sarà anticipato dal 25 maggio al 30 marzo il referendum sulla secessione dall’Ucraina. La Crimea è già una repubblica autonoma. Territorio russo, venne donata nel 1954 da Nikita Kruschev all’Ucraina, all’epoca una delle repubbliche sovietiche. Il 25 febbraio il Parlamento locale aveva deciso di tenere un referendum sull’ampliamento dell’autonomia di Simferopoli da Kiev il 25 maggio, che è anche la data delle elezioni anticipate presidenziali in Ucraina. Oggi l’accelerazione visto il precipitare degli eventi con i movimenti di truppe russe e le richieste di aiuto di Aksyonov a Mosca.

In un comunicato riportato dalle agenzie di stampa locali e in Russia, Aksyonov ha dichiarato che le forze armate, la polizia, i servizi di sicurezza nazionale e le guardie di frontiera risponderanno solo ai suoi ordini. Ogni comandante che non dovesse essere d’accordo, ha aggiunto, dovrebbe lasciare il suo posto.

Aksyonov, dunque, garantisce sul controllo delle forze armate, ma più tardi ha dovuto chiarire che gli uomini incappucciati, non immediatamente riconducibili ad alcun corpo e armati di kalashnikov, posti a difesa del parlamento della Crimea nella capitale Simferopoli, come constatato da un giornalista della France Presse, altro non sono che marinai della Flotta russa del Mar Nero, di stanza a Sebastopoli. Fonti della flotta russa, riporta l’agenzia Ria, hanno fatto sapere che il loro intervento è concordato con le autorità della Crimea. Un commando filo-russo, come detto, aveva preso già giovedì scorso il controllo del parlamento, ma non era visibile dall’esterno.

Mosca: “Non ignoreremo la richiesta. La risposta di Mosca, che in Crimea ha la sua base militare sul Mar Nero in base ad un accordo stipulato con l’Ucraina, non si è fatta attendere. “La Russia non ignorerà la richiesta di assistenza rivolta al presidente Putin” rendono noto fonti del Cremlino, “non la lascerà priva della sua attenzione”.

Poco più tardi, la camera bassa della Duma, il parlamento russo, ha chiesto al presidente Putin di adottare “le misure necessarie a riportare la stabilità in Crimea” e “proteggere la popolazione da tirannia e violenza“. A seguire, Valentina Matviyenko, presidente del Consiglio della Federazione, la Camera alta russa, ha sottolineato che la decisione spetta al “comandante in capo” Putin, ma vista la situazione bisognerebbe considerare l’invio di un contingente limitato di truppe in Crimea per “assicurare la protezione della Flotta del Mar Nero e dei cittadini russi”.

Il ministero degli Esteri russo ha affermato che Mosca è “estremamente preoccupata per i recenti sviluppi in Crimea che confermano il desiderio di prominenti circoli politici a Kiev di destabilizzare la situazione nella penisola”. I “recenti sviluppi”, secondo la fonte, sarebbero il tentativo di “uomini armati non identificati mandati da Kiev” di “occupare l’edificio del ministero dell’interno della Repubblica autonoma di Crimea nelle prime ore di oggi”, azione sventata dalla “risoluta azione delle unità di autodifesa” filorusse. “La pericolosa provocazione ha causato feriti”, ha aggiunto la fonte ministeriale, accusando poi Kiev: “Crediamo che sia estremamente irresponsabile prolungare la pressione in una situazione già tesa”.

Ad avvertire l’Ucraina sul prezzo da pagare, letteralmente, ci pensa il gigante pubblico russo Gazprom: Kiev ha accumulato un “enorme” debito, 1,55 miliardi di dollari, per forniture di gas a un prezzo di favore che, a questo punto, potrebbe anche essere rivisto. “Abbiamo buone relazioni con l’Ucraina” ha dichiarato un portavoce di Gazprom, Sergueï Kouprianov, all’agenzia Ria Novosti, “ma il gas va pagato. Al momento gli arretrati ammontano a 1,549 miliardi di dollari”.

Ucraina: Russia fermi manovre militari, no provocazioni
. Il premier ucraino ad interim, Arseniy Yatsenyuk, aprendo il Consiglio dei ministri, ha chiesto a sua volta alla Russia: “Fermi le manovre militari in corso in Crimea. La presenza di militari russi in Crimea è inappropriata, ma l’Ucraina non cadrà in simili provocazioni rispondendo con la forza”. Yatsenyuk ha quindi chiesto “con forza” al governo della federazione russa e alle autorità “che ritirino le proprie forze armate nelle basi militari previste”.

Denunciando una “invasione armata russa” in Crimea, il ministro degli Esteri Andriï Dechtchitsa ha parlato di violazione dello statuto riguardante la base russa sul Mar Nero, perché Mosca avrebbe dovuto avvisare in anticipo l’Ucraina sui movimenti delle sue truppe e dei suoi mezzi nella penisola.

Manovre russe e tensione in Crimea. Manovre su cui in queste ore si rincorrono in Ucraina molte notizie. La più fresca: il quartier generale della guardia costiera ucraina a Sebastopoli, in Crimea, è sotto assedio da parte di 300 uomini armati che affermano essere stati inviati dal ministro della Difesa russo con l’ordine di occupare il sito. Lo denuncia in un comunicato il servizio di guardie di frontiera ucraine.

L’agenzia Interfax aveva poco prima riportato le parole di Sergei Astakhov, ufficiale delle guardie di frontiera, secondo cui sono state adottate tutte le “misure legalmente consentite” per prevenire la cattura delle basi militari e delle navi. In particolare, le unità navali ucraine hanno lasciato le basi e sono state poste in stato di “allerta combattimento” nella regione della Crimea.

Le forze russe, secondo fonti militari di Kiev, stanno inoltre tentando di prendere il controllo di una base missilistica in Crimea, dove hanno già occupato, sempre in base alle informazioni diffuse dagli ambienti militari ucraini, una pista d’atterraggio militare ad est della repubblica, nei pressi di Kirovskoye, oltre all’aeroporto militare vicino Sebastopoli e all’aeroporto internazionale della capitale Simferopoli, con conseguente chiusura dello spazio aereo della Crimea.

Il ministro della Difesa Igor Peniouk ha affermato che la Russia ha aumentato a 6mila uomini il suo contingente in Crimea, dove sono stati inviati anche 30 blindati. Lo ha detto il ministro della Difesa ucraino, Igor Peniuk. Lo stesso ministro dichiara che le forze ucraine nella regione sono in stato di “massima allerta”.

Più tardi, il ministro degli Esteri ucraino ha anche smentito il tentativo di occupazione del ministero dell’Interno di Crimea denunciato da Mosca, auspicando un “dialogo reale” tra Kiev e Mosca “anziché scambiarsi ogni giorno note diplomatiche”. “Dio ci guardi che la diplomazia delle note si trasformi in una guerra delle note”, ha osservato Dechtchitsa, “noi vogliamo il dialogo con la Russia, non dobbiamo passarci pezzi di carta, io parlo russo, posso comunicare”.

Usa: Obama potrebbe rinunciare a G8 Sochi. Nel frattempo, un’altra conversazione correva sul filo tra Washington e Kiev, la seconda telefonata in due giorni del vicepresidente americano Joe Biden a Yatsenyuk dopo che il presidente Barack Obama si era rivolto con determinazione a Putin, avvertendolo della gravità di un eventuale intervento militare russo in Ucraina.

Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, di fronte al precipitare della crisi in Crimea il vice di Barack Obama ha voluto “riaffermare il forte sostegno degli Stati Uniti per il nuovo governo e il nostro impegno a favore della sovranità, dell’integrità territoriale e del futuro democratico dell’Ucraina”.

Biden ha inoltre “elogiato” le autorità di Kiev “per la loro reiterata moderazione”, ricordando inoltre come Yatsenyuk abbia garantito di voler ottemperare agli obblighi internazionali assunti dal suo Paese, e di operare nell’interesse dell’intera popolazione, non solo dei sostenitori delle vecchie forze di opposizione.

Secondo un alto responsabile americano, il presidente Obama potrebbe rinunciare a partecipare al vertice del G8 di Sochi, in Russia, se le forze armate russe fossero presenti in ucraina. La fonte, che si è espressa sotto copertura di anonimato, ha spiegato che il viaggio di Obama nella località sul Mar Nero a giugno potrebbe essere annullato.

Le preoccupazioni nei Paesi Ue. Con l’accrescersi della tensione e il rischio di un’escalation militare, anche la diplomazia dei maggiori paesi Ue manifesta le proprie preoccupazioni. Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha chiesto alla Russia di chiarire il senso della sua presenza militare in Crimea, perché “gli sviluppi delle ultime ore sono estremamente pericolosi”.

Anche il suo omologo francese, Laurent Fabius, rappresenta l’Eliseo come “vivamente preoccupato dalle informazioni provenienti dalla Crimea”. “Ci appelliamo alle parti – le parole di fabius – perché si astengano da azioni suscettibili di alimentare le tensioni e di attentare all’integrità territoriale dell’Ucraina”. 

Il britannico William Hague ha invece reso noto via Twitter di aver parlato con il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, per chiedere una “de-escalation” e “rispetto per la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. Lo stesso Hague domenica sarà a Kiev per incontrare il primo ministro ad interim Yatsenyuk. Venerdì era stato il premier britannico David Cameron a parlare con Putin chiedendogli il rispetto della “volatile” integrità territoriale ucraina

 

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