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Proteste di massa nel Regno Unito contro carovita e povertà

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Decine di migliaia di persone si sono riunite oggi pomeriggio nel centro delle principali città britanniche, da Londra a Manchester a Glasgow. per protestare contro l’aumento dei prezzi dell’energia e la crisi del costo della vita, nell’ambito di una giornata di azione nazionale per una campagna contro la povertà.

Enough is Enough, una campagna nazionale creata dai sindacati e dalle organizzazioni comunitarie per aiutare a combattere la crisi del costo della vita, e quest’anno queste manifestazioni vengono a cadere nel mezzo della crisi energetica che ha visto esplodere il costo della vita delle famiglie inglesi.

L’evento ha lanciato ufficialmente la campagna nella regione della città, con oltre 500.000 persone in tutto il paese che hanno firmato per sostenere le cinque richieste dell’organizzazione entro il primo mese. Il gruppo chiede: un vero aumento di stipendio, bollette energetiche più basse, la fine della povertà alimentare, case dignitose per tutti e una maggiore tassazione del cinque per cento dei lavoratori e delle grandi imprese.

Mentre alcune delle richieste del gruppo sono state parzialmente soddisfatte, tra cui l’inversione del recente aumento del pagamento dell’assicurazione nazionale dal 12% al 13,5% e un tetto temporaneo ai prezzi delle bollette energetiche, le concessioni non sono apparse sufficienti e questo ha comunque fatto proseguire l’organizzazione delle manifestazioni.

Le manifestazioni in città come Londra, Glasgow e Belfast hanno coinciso con scioperi postali e ferroviari, oltre che con un aumento medio delle bollette elettriche di quasi 600 sterline. Anche se il governo è intervenuto limitando ora le bollette comunque grossi danni sono stati fatti nei mesi scorsi.

Liz Truss si trova quindi ad affrontare un livello di proteste sociali che non si vedevano nel Regno Unito dagli anni ottanta, e la soluzione è tutt’altro che semplice. Il caos sul mercato dei cambi e dei titoli in sterline dei giorni scorsi rende il sentiero economico percorribile ancora più complesso e stretto per il nuovo primo ministro.

 

 

 

 


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