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Petrolio russo: più export, meno utile per gli sconti sul prezzo. Alla fine incasserà meno

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Mentre Mosca ha dichiarato all’inizio della settimana di prevedere un aumento di oltre 6 miliardi di dollari delle entrate petrolifere a giugno, nonostante le sanzioni, un nuovo rapporto di Bloomberg mostra che mentre le spedizioni russe di greggio via mare sono aumentate, Mosca sta guadagnando molto meno sulle esportazioni.

Secondo Bloomberg, nei sette giorni precedenti il 3 giugno, le spedizioni di greggio russo via mare hanno raggiunto il tasso più alto delle ultime sei settimane. Tuttavia, questi carichi sono stati venduti ad acquirenti asiatici con forti sconti.

La Russia continua a rastrellare entrate petrolifere, ma sta vendendo di più, per meno.

Per i sette giorni fino al 3 giugno, Bloomberg cita i dati delle petroliere che mostrano un aumento del 10% rispetto alla settimana conclusa il 27 maggio. L’India continua a guidare la corsa all’acquisto, accogliendo 660.000 bpd di greggio russo scontato a maggio, con un aumento di quasi 2,5 volte rispetto al mese precedente. Una settimana fa il petrolio russo veniva venduto con uno sconto del 30% rispetto al benchmark globale. Lo spread tra il greggio Urals a buon mercato e il Brent è ora superiore a 5 dollari al barile, rendendo il greggio Urals più economico di quasi 3 dollari rispetto all’inizio dell’anno.

Una volta che il sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea sarà pienamente attuato, potremmo assistere a un ulteriore cambiamento di rotta delle esportazioni russe a prezzi fortemente scontati e a un potenziale calo dei ricavi. Il divieto dell’UE sulle importazioni di petrolio russo entrerà in vigore nella prima settimana di dicembre e riguarda solo le importazioni via mare, non quelle via oleodotto. Tuttavia, due Paesi, la Germania e la Polonia, hanno giurato di non accettare più il greggio russo trasportato tramite oleodotti. Secondo Bloomberg, che cita i dati dell’operatore russo di oleodotti Transneft, se questi paesi rispetteranno la loro promessa, l’Europa dovrebbe ridurre le importazioni di petrolio russo di circa il 90%. Questo significa che lo sconto da offrire ai paesi orientali dovrà essere maggiore.

La scorsa settimana, Fitch ha previsto che la Russia potrebbe veder scomparire dal mercato globale tra i 2 e i 3 milioni di bpd delle sue esportazioni di petrolio, ovvero circa un quarto della produzione petrolifera del Paese, entro la fine del 2022.

Inoltre questa politica viene a far scricchiolare OPEC+: come è possibile che l’Arabia possa chiedere prezzi più alti e la Russia offrire forti sconti su prodotti simili per tempi prolungati? I fessi europei , prima o poi, finiscono…


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