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Petrolio russo: gli USA stanno valutando il bando

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I prezzi del petrolio continuano a salire, anche se in modo meno rapido,  a causa delle notizie secondo le quali la Casa Bianca sta valutando la messa al bando del greggio russo.

Alle 15:01 ET, il greggio WTI era salito a $ 115,20 al barile, in rialzo di quasi il 7% nel corso della giornata e di oltre $ 20 nella settimana. Il greggio Brent è stato scambiato a $ 117,70, in rialzo del 6,58% nel corso della giornata e in rialzo di oltre $ 19 nella settimana.  L’aumento c’è stato, ma meno di quanto ci si aspettasse, anche perchè la notizia era nell’aria.

Giovedì, la Casa Bianca aveva respinto con decisione l’idea di vietare le importazioni russe di greggio, sottolineando che ciò potrebbe causare un aumento dei prezzi del petrolio e della benzina maggiore di quanto non avessero già fatto. Però membri del congresso statunitensi stanno  spingendo per un divieto totale, inclusa la presidente Nancy Pelosi (D-Calif.).

D’altra parte, il segretario stampa della Casa Bianca Jen Psaki ha minimizzato il ruolo svolto dal petrolio greggio russo negli Stati Uniti, aggiungendo che rappresenta solo il 10% del petrolio greggio totale importato dagli Stati Uniti.

 

Poi la situazione si è evoluta. Si dice che l’amministrazione Biden stia ora esaminando cosa si può fare nel breve periodo per compensare il petrolio greggio russo, se venisse presa questa decisione, ha affermato venerdì il presidente del Consiglio dei consulenti economici della Casa Bianca Cecilia Rouse.

“Stiamo prendendo in considerazione una serie di opzioni, ma ciò che è veramente essenziale è mantenere una fornitura costante di energia globale”, ha detto Rouse in una conferenza stampa.

Secondo gli ultimi dati mensili dell’Energy Information Administration, gli Stati Uniti hanno importato 12,5 milioni di barili, o 405.000 barili al giorno, di petrolio greggio russo e prodotti petroliferi grezzi a dicembre. Per il greggio russo puro, gli Stati Uniti hanno importato 90.000 bpd.

Dal punto di vista commerciale il bando del petrolio russo negli USA non sarebbe un grosso colpo.  Lo sarebbe invece per la UE;

Molto dipenderebbe da quali fonti alternative si potrebbero attivare, dalla Libia all’Iran agli stessi USA del Shale  oil.


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