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Pensioni: si a quota 104, ma con un prezzo

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Signora in pensione

Il prepensionamento ha un prezzo. Si paga con una parte della pensione stessa. Coloro che intendono adottare l’opzione “quota 104” per smettere di lavorare a 63 anni dovranno rinunciare al 12% della loro pensione retributiva, calcolata sui contributi versati prima del 1996 e teoricamente fino al 2012. Questo è riportato dal verbale del CdM n 55 e ripreso da ItaliaOggi.

Questa misura fa parte della bozza di Manovra 2024 che riguarda le pensioni e le flessibilità in uscita, ovvero le modalità per il pensionamento anticipato. Le regole attuali, quali l’Ape sociale, l’opzione donna e la quota 104, verranno confermate con restrizioni significative. Tuttavia, la bozza di Manovra non menziona il cosiddetto bonus Maroni per coloro che non optano per il prepensionamento, ossia la possibilità di incassare la quota di contributi in busta paga, che corrisponde al 9,19% e grava sul lavoratore.

L’Ape sociale vedrà un aumento di cinque mesi dell’età, portandola a 63 anni e 5 mesi nel 2024. Questa misura consente a coloro che versano in situazioni di disagio economico-sociale di andare in pensione in anticipo, con un sussidio mensile massimo di 1.500 euro a carico dello Stato. Tuttavia, la novità per il prossimo anno è che l’Ape non sarà cumulabile con redditi derivanti da lavoro autonomo o dipendente, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro lordi annui.

L’opzione donna subirà un aumento di un anno per il pensionamento nel 2024. Sarà possibile usufruirne solo per le lavoratrici caregiver, con un’invalidità superiore al 74%, per coloro che sono state licenziate o che dipendono da aziende in crisi. La misura “quota 104” subirà la stretta più severa, con un aumento di un anno del requisito d’età e tre mesi di attesa in più per la prima pensione. Inoltre, si prevede un taglio alla quota di pensione calcolata con la “regola retributiva” in proporzione agli anni di anticipo rispetto all’età pensionabile.

È importante notare che non tutta la pensione verrà tagliata, ma solo quella calcolata sui contributi versati prima del 1996 e fino al 2012, quando la riforma Fornero ha abrogato la regola retributiva. Tuttavia, per alcune categorie di lavoratori, come quelli delle ex casse enti locali, sanitari, insegnanti e ufficiali giudiziari, potrebbe esserci una riduzione ulteriore della quota retributiva della pensione a causa della rimodulazione delle “aliquote di rendimento” stabilite nella stessa bozza di Manovra 2024.

Quindi i diritti pensionistici si mantengono, ma a un prezzo.

 


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