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Pasticcio turco: stretti bloccati anche per le petroliere che portano greggio kazako, a causa delle assicurazioni

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Le petroliere che trasportano greggio, in gran parte kazako, dai porti russi ai mercati internazionali sono bloccate nelle acque turche del Bosforo e dei Dardanelli perché la Turchia insiste sulla presentazione di una prova di assicurazione.

L’ingorgo di petroliere è iniziato all’inizio di questa settimana, nel giorno in cui è entrato in vigore il limite di prezzo del G7 e dell’UE sulle esportazioni di petrolio russo. Secondo il meccanismo del tetto, le navi che trasportano petrolio russo possono ricevere la copertura assicurativa occidentale e i servizi di finanziamento solo se il carico viene commercializzato a un prezzo pari o inferiore al tetto di 60 dollari al barile. Anche le navi stesse, se provenienti da un Paese occidentale, rientrano nel meccanismo del tetto.

Ma la Turchia sta bloccando le petroliere che trasportano petrolio non russo e insiste affinché dimostrino di aver ottenuto la copertura assicurativa da compagnie occidentali, secondo quanto riportato dal FT, che ha dichiarato che lunedì ben 19 petroliere si sono ammassate negli stretti turchi. Gli assicuratori, nel frattempo, hanno dichiarato l’impossibilità di garantire la copertura di queste navi e si sono rifiutati di fornire i documenti richiesti dalla Turchia.

Secondo un nuovo rapporto di Bloomberg, il numero di petroliere bloccate nelle acque turche è salito ad almeno 20, con un totale di 18 milioni di barili di greggio per lo più kazako. Anche se un milione di barili sarebbero Urali russi destinati all’India. I governi del Regno Unito e degli Stati Uniti stanno cercando di convincere la Turchia a rinunciare alla richiesta di una prova di copertura assicurativa, si legge nel rapporto.

Il petrolio che è rimasto bloccato in Turchia è molto probabilmente destinato all’Europa, che oltre al tetto di prezzo del G7 ha anche attuato un embargo sul greggio russo in arrivo via mare. Secondo Bloomberg, la Turchia potrebbe sentirsi in ansia per il fatto che il petrolio proviene da un porto russo e vuole assicurarsi di non violare le sanzioni.

Secondo il FT, la Turchia teme anche che il tetto massimo dei prezzi possa far aumentare il numero di navi non assicurate che attraversano gli stretti, con il rischio di fuoriuscite che non sarebbero coperte in caso di mancata assicurazione. Questa sembra essere la prima di quelle che potrebbero essere molte conseguenze indesiderate del price cap.


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