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Ottimi dati economici per la Cina, ma allora perché lo Yuan svaluta?

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Questa volta i dati provenienti dalla Cina apparirebbero buoni. La produzione industriale cinese è aumentata del 4,2% a/a nell’agosto 2022, rispetto al consenso del mercato e alla lettura di luglio del 3,8%. Si è trattato del quarto mese consecutivo di crescita della produzione industriale e del ritmo più sostenuto della sequenza, a seguito dei segnali che indicano che la recente ondata di COVID potrebbe aver raggiunto il picco, con un’accelerazione della produzione sia per il settore manifatturiero (3,1% contro il 2,7% di luglio) che per le utility (13,6% contro 9,5%). Nel frattempo, la produzione mineraria è rallentata (5,3% contro 8,1%). Nel settore manifatturiero, la produzione è cresciuta più rapidamente per le industrie automobilistiche (30,5% vs 22,5%) e per la produzione e fornitura di energia elettrica e termica (15,3% vs 10,4%), mentre è rimbalzata per le attrezzature generali (0,8% vs -0,4%). Nel frattempo, la produzione è rallentata sia per le materie prime chimiche che per i prodotti chimici (3,8% vs 4,7%); le comunicazioni (5,5% vs 7,3%), mentre è diminuita ulteriormente la produzione dell’industria alimentare (-2,3% vs -0,8%) e tessile (-5,1% vs -4,8%). Nei primi otto mesi del 2022, la produzione industriale è aumentata del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. Ecco il relativo grafico:

Anche un altro indicatore, le vendite al dettaglio, che nei mesi scorsi avevano visto un andamento incerto, hanno ripreso una crescita costante. Il commercio al dettaglio cinese è aumentato del 5,4% su base annua nell’agosto 2022, superando le stime di mercato del 3,5% e accelerando rispetto alla crescita del 2,7% del mese precedente. Si è trattato del terzo mese consecutivo di aumento del commercio al dettaglio e del ritmo più sostenuto della sequenza, in quanto i consumi si sono rafforzati in seguito all’ulteriore allentamento delle restrizioni COVID. La crescita delle vendite è aumentata sia per le automobili (15,9% rispetto al 9,7% di luglio, coerentemente con la produzione) che per i prodotti petroliferi (17,1% rispetto al 14,2%), tra un forte rimbalzo delle vendite di abbigliamento (5,1% rispetto al -5,6%) e un ulteriore aumento delle vendite di forniture per ufficio (6,2% rispetto all’11,5%) e di elettrodomestici (3,4% rispetto al 7,1%). Al contrario, sono diminuite le vendite di cosmetici (-6,4% vs 0,7%), mobili (-8,1% vs -6,3%), telecomunicazioni (-4,6% vs 4,9%) e materiali da costruzione (-9,1% vs -7,8%). Considerando i primi otto mesi dell’anno, le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,5%, per cui, comunque, la fase centrale dell’anno è stata pesantemente pagata.

Tutte buone notizie, però… Nonostante i dati positivi economici giunti da pechino, ieri lo Yuan è caduto rispetto al Dollaro USA, rivelandosi debole perfino nei confronti dell’Euro.

Il dollaro è molto forte e la politica monetaria restrittiva della FED lo rende ancora più forte. Nello stesso tempo qualche cosa non convince della rinascita, per questo mese, dell’industria e delle vendite cinesi. Evidentemente qualcosa non convince i mercati che ritengono l’economia cinese ancora molto debole, il tutto unito ad una banca centrale che non può seguire quelle occidentali nella restrizione, se non causando una crisi del settore immobiliare.

 

 

 

 


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