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Occhio al POS: partono i controlli fiscali sugli incassi elettronici anomali

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Attenti al POS, o meglio a cosa ha registrato! L’ultima mossa dell’Agenzia è una vera e propria dichiarazione di guerra contro chi tenta di eludere le tasse, in particolare attraverso l’uso di mezzi di pagamento elettronico. Questo approccio deciso è testimoniato da un provvedimento firmato dal direttore dell’Agenzia il 3 ottobre scorso, che ha messo in atto una strategia di compliance nell’ambito del contrasto all’evasione fiscale, come previsto dalla legge 190/2014.

Come riporta ItaliaOggi la novità più significativa di questo provvedimento è l’invio di segnalazioni di anomalie alle imprese che hanno emesso fatture e inviato corrispettivi per importi inferiori a quelli registrati dal Pos (il punto vendita elettronico). Questa segnalazione è un chiaro avvertimento: le imprese sono invitate a regolarizzare eventuali violazioni tributarie attraverso il ravvedimento operoso.

La particolarità di questa situazione è che, eccezionalmente fino al 15 dicembre prossimo, il ravvedimento operoso consentirà di evitare la sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio in caso di ripetute violazioni dell’obbligo di rilasciare scontrini elettronici, anche se tali violazioni sono state già verbalizzate in precedenza.

Chi è coinvolto in questa operazione? I destinatari delle comunicazioni sono i contribuenti soggetti passivi dell’IVA, principalmente le imprese commerciali e artigiane che hanno contatti diretti con i consumatori. L’Agenzia delle Entrate effettuerà un confronto tra l’importo totale delle transazioni giornaliere effettuate tramite mezzi di pagamento elettronico, comunicate dagli intermediari finanziari, e gli importi delle fatture elettroniche e dei corrispettivi telematici trasmessi all’Agenzia stessa. Qualsiasi discrepanza o potenziale anomalia verrà segnalata alle imprese coinvolte.

Le imprese riceveranno una comunicazione contenente la descrizione dell’anomalia riscontrata e le istruzioni per la regolarizzazione. Questa comunicazione sarà inviata al domicilio digitale delle imprese e sarà disponibile anche nel “cassetto fiscale” e nel portale “fatture e corrispettivi.” Inoltre, verranno fornite informazioni dettagliate sulle discrepanze, come l’elenco dei mesi in cui sono state registrate le presunte anomalie, l’importo giornaliero dei pagamenti elettronici, la differenza mensile tra gli importi dei pagamenti elettronici e l’ammontare desunto dalle fatture elettroniche e dai corrispettivi telematici.

Se l’interessato riconosce la fondatezza della segnalazione di anomalia, potrà sanare le violazioni commesse avvalendosi delle disposizioni dell’art. 13 del decreto legislativo 472/1997 sul ravvedimento operoso. Questo consentirà una riduzione delle sanzioni in base al tempo trascorso tra la violazione e la regolarizzazione. Tuttavia, è importante notare che il ravvedimento operoso deve avvenire entro il 15 dicembre 2023 per evitare sanzioni accessorie.

Un aspetto interessante da notare è che, grazie alla recente legge sull’energia (dl 131/2023), i contribuenti che hanno commesso violazioni in materia di certificazione dei corrispettivi tra il 1° gennaio 2022 e il 30 giugno 2023 possono beneficiare del ravvedimento anche se le violazioni sono state verbalizzate entro il 31 ottobre 2023. Tuttavia, è necessario che le violazioni non siano già state contestate al momento del ravvedimento. In questo caso, le violazioni regolarizzate non saranno conteggiate ai fini dell’applicazione della sanzione della chiusura dell’esercizio, a condizione che non siano state ripetute.

 


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