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Nuove previsioni del FMI: male l’Europa, super USA

Il FMI rivede le previoni al rialzo per gli USA e al ribasso per la Germania. L’Europa fanalino di coda del mondo

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Gli Stati Uniti si stanno surriscaldando. La crescita cinese sta rallentando. L’attività economica dell’Eurozona è ai minimi storici. La Germania va a fondo come un sasso, l’Italia galleggia.

Questo è il quadro dipinto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) quando martedì ha pubblicato il suo nuovo outlook mondiale. Per l’anno in corso, il FMI ha rivisto leggermente al rialzo (+0,1 punti) la sua previsione di crescita globale, portandola al 3,1%. La previsione è invariata per il prossimo anno (3%).


È soprattutto negli Stati Uniti che il Fondo corregge la traiettoria. Nel 2024, la crescita dovrebbe raggiungere il 2,7% e non il 2,1% come previsto all’inizio dell’anno. “La solida performance recente degli Stati Uniti riflette una forte crescita della produttività e dell’occupazione, ma anche una forte domanda in un’economia che rimane surriscaldata”, ha commentato Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del FMI, nel suo blog. Di conseguenza, l’allentamento della politica monetaria della Federal Reserve potrebbe essere più lento di quanto inizialmente previsto.

Per il Fondo, i rialzi dei tassi della Fed hanno avuto un effetto moderato sull’attività economica. L’aumento della quota di mutui a tasso fisso e la riduzione del debito delle famiglie dopo la crisi finanziaria globale del 2008 hanno probabilmente limitato l’effetto dell’aumento dei tassi sui consumi. A questo si aggiunge la spesa di bilancio, la cui tendenza a lungo termine è “particolarmente preoccupante”, avverte il Fondo. Si tratta di un freno al processo di disinflazione in corso negli Stati Uniti.

Rallentamento cinese

Se gli Stati Uniti ruggiscono, la Cina sussurra. Nonostante la crescita del primo trimestre sia stata più forte del previsto (5,3%), “l’economia cinese continua a risentire del rallentamento del settore immobiliare. I boom del credito e le recessioni non si risolvono mai rapidamente, e questa non fa eccezione”, spiega Pierre-Olivier Gourinchas. Secondo il Fondo, la crescita del PIL cinese non supererà il 4,6% quest’anno e il 4,1% l’anno prossimo. La domanda interna rimane fiacca.

La debolezza dei consumi interni potrebbe portare ad un aumento delle esportazioni cinesi e quindi delle eccedenze commerciali. “Il rischio è che questo esacerbi ulteriormente le tensioni commerciali in un ambiente geopolitico già teso”, teme il capo economista.
Durante il suo incontro con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz a Pechino martedì, il leader cinese Xi Jinping ha sottolineato che le esportazioni cinesi di tecnologie pulite hanno aiutato il mondo a combattere l’inflazione, con auto elettriche e pannelli solari a prezzi stracciati. Però hanno anche affossato l’industria europea dei pannelli solari e stanno affossando quella dell’automobile. La Cina è la vera vincitrice della sfida Green, perché l’ha usata per demolire gli altri paesi industriali.

L’eurozona arranca

L’Eurozona, nel frattempo, è in difficoltà. Il Fondo ha rivisto al ribasso le sue previsioni. La crescita nell’Eurozona sarà dello 0,8% quest’anno, invece dello 0,9% sperato all’inizio dell’anno. La Germania è accreditata di un misero 0,2% e la Francia dello 0,7%, l’Italia di uno 0,7%.
L’economista prevede che la crescita europea rimbalzerà, “ma da livelli molto bassi, perché gli shock passati (pandemia di Covid, aumento dei prezzi dell’energia) e la politica monetaria restrittiva peseranno sull’attività”.

Quindi il FMI prende una strada sbagliata che dimostra come qualcuno si sia dimenticato di leggere gli ultimi dati. Si parla di  “crescita salariale elevata” e “inflazione persistente”, ma questa è solo, e parziale, nei servizi, mentre non c’è nei beni, mentre non c’è crescita nei salari reali. La BCE potrebbe, finalmente, decidere sulle reali situazioni economiche europee e

Allarme sulle finanze pubbliche

In generale, sebbene le tendenze inflazionistiche siano incoraggianti, il FMI nota che i progressi si sono arrestati dall’inizio dell’anno. Il calo dei prezzi dell’energia e la diminuzione dei prezzi dei beni hanno attenuato la pressione. Ma i prezzi del petrolio sono aumentati a causa delle tensioni geopolitiche.

Esiste poi il rischio che i conflitti internazionali vengano ad alimentare l’incertezza e l’inflazione, tagliando le prospettive di crescita.

Ovviamente poi l’istituzione richiama all’ordine a ridurre debito e spese prima che poi intervengano i mercati finanziari, etc . La solita solfa di austerità , taglio delle spese, etc. che, francamente, dopo gli esperimenti della Gracia e di tanti altri paesi, ha stancato.

Le ricette del FMI sinora non sono riuscite a risollevare nessun paese, e si comprende come mai alcuni paesi cerchino di organizzare istituzioni finanziarie sovrannazionali diverse dal FMI. Tra l’altro gli USA, l’esempio di successo, stanno facendo l’opposto di qaunto predicato.

 


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