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Euro crisis

NOTIZIE DALLA GERMANIA: IL NUOVO TRATTATO BILATERALE FRANCO-TEDESCO (di Viola Ferrante – Alternativa per l’Italia Abruzzo)

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AI GIGINHANI CONVINTI CHE L’ASSE FRANCO-TEDESCO NON SIA PIÙ FORTE COME IN PASSATO, E CHE PER QUESTO NON SIA PIÙ IL CASO DI USCIRE DALL’EURO, CONSIGLIAMO LA LETTURA DI QUESTO MAGJIFICO REPORTAGE ARRIVATO DIRETTAMENTE DALLA GERMANIA.

BUONA LETTURA

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Prima di venire a far visita alla futura colonia francese ‘Italiac, dove è stato accolto dal suo cher Paolo con cui in questi mesi “ha lavorato molto bene” e ha discusso del Trattato del Quirinale di prossima futura firma

– senza che nessuno, nemmeno l’opposizione, ricordasse a Gentiloni che fino al prossimo governo lui ha solo compiti di amministrazione ordinaria (che non comprende nuovi trattati, oltretutto non passati per il Parlamento) – il presidente Macron ha fatto visita alla Merkel per definire i dettagli di un trattato di cooperazione bilaterale franco-tedesco del tutto nuovo nei contenuti rispetto a quello già esistente

che segnò la riconciliazione tra i due paesi 55 anni fa, il Trattato dell’Eliseo, il cui anniversario ricorre il prossimo 22 gennaio.
In quella occasione l’Assemblea nazionale francese e il Bundestag tedesco dovrebbero approvare la risoluzione comune composta di due parti.
Il primo testo della risoluzione comune contiene l’esortazione delle due assemblee parlamentari ai rispettivi governi di elaborare nel 2018 un nuovo Trattato dell’Eliseo che comprenda la “realizzazione di uno spazio economico franco-tedesco con delle regole armonizzate” per esempio in ambito fiscale, una cooperazione più stretta in materia di politica estera, di difesa, di lotta contro il riscaldamento climatico e di sviluppo. Per i finanziamenti dei progetti economici, ma non solo, si creerà un fondo comune ad hoc da cui attingere soldi da cumulare ai fondi europei. Il maggior contribuente sarà naturalmente la Germania, che gode di un notevole surplus finanziario.
Il secondo testo è un accordo di cooperazione tra le due Assemblee che prevede notoriamente una convergenza di procedure legislative dei due paesi per il recepimento nei diritti nazionali delle direttive europee, le quali non sono emendabili, sono redatte senza il minimo intervento dei parlamentari dei due paesi, i quali sono invitati ad approvarle o a respingerle.
I due testi sono la realizzazione concreta delle promesse fatte dalla Merkel all’enfant prodige in caso di sua elezione per rinforzare l’asse franco-tedesco a vantaggio economico e politico dei due paesi, anche se questo potrà significare “irritare” i vicini €uropei e che di fatto sancisce la nascita dell’Europa di seria A da contrapporre all’Europa di serie B, la quale si ritroverebbe di fatto davanti un DIRETTORIO. Lascio indovinare al lettore in quale serie starebbe l’Italia.
Inoltre a differenza della Merkel che si trova ancora nella stessa condizione di Gentiloni, Macron nel pieno del suo potere politico ed esecutivo viaggia instancabile da una parte all’altra del pianeta e soprattutto dell’Europa, sostituendosi di fatto alla sua alleata tedesca.
In questo quadro politico diventa quindi chiaro quanto sia vitale per la Merkel riuscire a formare il nuovo governo ed evitare nuove elezioni che sottolineerebbero con maggior forza la sua debolezza attuale. È quanto emerge dalle consultazioni con la SPD di Schulz che stanno provocando grandi mal di pancia al partito fratello della CDU, la bavarese CSU i cui rappresentanti oggi hanno lasciato il tavolo del pre-negoziato senza rispondere ai giornalisti, ma anche all’interno della stessa SPD. Infatti la popolarità di Schulz è ai minimi storici e gli ultimi sondaggi danno il partito al di sotto del 20%. D’altronde la Grande Coalizione non ha mai premiato il partner minoritario. Anzi!
Nel commentare le prime dichiarazioni congiunte di Merkel e Schulz, gli osservatori hanno anche parlato delle prossime elezioni italiane ed espresso il fondato timore di un’uscita dell’Italia dall’€urozona motivata dalla grande esasperazione del popolo italiano rispetto all’UE, un’Italexit che rappresenterebbe la fine dell’Unione Euopea, NON dell’Italia.
Intanto noi parliamo di “spelacchio”.
Viola Ferrante


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