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Non solo la UE importa gas liquefatto dalla Russia, ma pure lo esporta. Una presa in giro delle sanzioni

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Nave cisterna per GNL

Circa il 21% dei volumi di GNL russo diretti verso l’Unione Europea è costituito da trasbordi, che non sono inclusi nelle cifre ufficiali delle importazioni e quindi ignorati dai responsabili politici dell’UE, ha dichiarato l’Istituto per l’economia energetica e l’analisi finanziaria (IEEFA) in un’analisi di mercoledì.

Nell’ultimo anno e mezzo, l’UE ha incrementato le importazioni di GNL russo: il blocco sta acquistando molto più GNL russo di quanto non facesse prima dell’invasione dell’Ucraina.

A differenza del petrolio russo, il gas russo non è vietato o sottoposto a sanzioni in Europa. Tuttavia, mentre le forniture di gas dalla Russia attraverso i gasdotti sono rallentate, l’Europa ha aumentato le importazioni di GNL, compreso quello proveniente dalla Russia. L’UE, tuttavia, ha l’obiettivo di essere indipendente dalle importazioni di combustibili fossili russi entro il 2027, come previsto dal piano REPowerEU.

Il commissario europeo per l’energia Kadri Simson ha dichiarato a settembre che l’Unione Europea dovrebbe eliminare gradualmente le importazioni di GNL dalla Russia, ma, evidentemente, non solo questo non sta accadendo, ma l’Europa diventa una specie di hub del commercio mondiale de GNL, con il gas che viene caricato e scaricato nei perti dell’Umione. Le sanzioni non stanno impedendo che i paesi UE diventino una pedina del commercio internazionale di energia russo. 

I dati analizzati dall’IEEFA mostrano che di tutto il GNL russo ricevuto da Belgio e Francia tra gennaio e settembre 2023, ben il 37% è stato trasbordato, di cui la maggior parte è stata destinata a mercati extra-UE. Il Belgio, sede del governo della Von Der Leyen, è uno dei poli del commercio russo, il che appare anche ironico.

“I carichi trasbordati che arrivano ai terminali di GNL in Europa spesso non sono inclusi nelle cifre ufficiali delle importazioni e quindi ignorati dai responsabili politici”, ha scritto nell’analisi Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista energetico capo del team Europa dell’IEEFA.
La Spagna, il Belgio e la Francia sono i maggiori importatori di GNL russo, ma una parte dei carichi viene trasbordata dalle navi rompighiaccio alle navi GNL e successivamente spedita verso altri mercati, tra cui quello asiatico.

Ad esempio, l’analisi dell’IEEFA ha mostrato che nei primi nove mesi del 2023, il volume di GNL proveniente dall’impianto russo di esportazione Yamal LNG e arrivato al terminale belga di Zeebrugge è stato quasi il doppio del volume delle importazioni di GNL Yamal al terminale. Questo perché Zeebrugge consente ancora il trasbordo del GNL di Yamal, a differenza dei Paesi Bassi, che hanno smesso di offrire servizi di trasbordo per il GNL russo, e del Regno Unito, che ha vietato del tutto le importazioni russe di questo combustibile, osserva l’IEEFA.

Un portavoce del ministero belga dell’Energia ha dichiarato al Financial Times che il Belgio sta studiando come affrontare il problema del trasbordo senza mettere a rischio la sicurezza delle forniture europee. Mentre studia però non impedisce che questo ricco commercio avvenga nei propri porti. Nello stesso tempo non risulata che la Francia stia neppure studiando qualsiasi misura di limitazione del commercio energetico.

 

 


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