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Microchip: gli USA impongono sanzioni tecnologiche alla Cina per difendere il proprio dominio nel settore

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Washington ha incrementato la propria aperta ostilità hi-tech con Pechino venerdì, quando il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha reso noto un ampio piano d’azione  per contemporaneamente  frenare la Cina ed avvantaggiare gli USA  nella produzione di semiconduttori avanzati, i mattoni strategici alla base di tutta la tecnologia , dai jet da combattimento agli armamenti con intelligenza artificiale, dalle automobili agli spazzolini da denti.
L’amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che, a partire dal 21 ottobre, imporrà restrizioni a 31 aziende, istituti di ricerca e gruppi collegati cinesi, con l’obiettivo di ostacolare la loro capacità di ottenere le tecnologie fondamentali degli Stati Uniti. questa aziende non avranno più accesso a particolari tecnologie USA, neanche tramite paesi terzi. 

La mossa è l’ultima di una serie di misure volte a bloccare gli invii di chip e tecnologie di produzione di chip potenzialmente utili alla Cina per il suo sviluppo militare e per dominare industrie chiave.
“Stiamo facendo tutto il possibile per proteggere la nostra sicurezza nazionale e impedire che tecnologie sensibili con applicazioni militari vengano acquisite dai servizi militari, di intelligence e di sicurezza della Repubblica Popolare Cinese”, ha dichiarato Alan Estevez, sottosegretario al Commercio per l’Industria e la Sicurezza.
“Oggi stiamo aggiornando le nostre politiche per assicurarci di affrontare le sfide poste dalla Repubblica Popolare Cinese, mentre continuiamo la nostra opera di sensibilizzazione e coordinamento con alleati e partner”.
Le ultime aggiunte alla lista delle sanzioni tecnologiche USA  si basano su una valutazione delle capacità delle entità cinesi di trasferire le conoscenze, legate soprattutto a AI e super computer, dal settore civile a quello militare. 
La designazione consente a Washington di estendere il proprio raggio d’azione ben oltre i confini nazionali, impedendo alle aziende di tutto il mondo di inviare alle imprese cinesi prodotti realizzati con software, macchinari o tecnologie statunitensi.
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L’elenco rappresenta anche un colpo all’arco per le aziende americane in contatti commerciali stretti con la Cina. Oltre a una divisione dell’Accademia cinese delle scienze, l’elenco comprende la Yangtze Memory Technologies, con sede a Wuhan, un’importante impresa statale che Apple ha preso in considerazione come fornitore.
Gli Stati Uniti hanno inoltre aggiunto 28 aziende alla “lista delle entità” – sottoponendole a requisiti di licenza e sanzioni governative – tra cui diversi bracci provinciali del Centro nazionale di calcolo cinese, l’Istituto di tecnologia di Pechino e Beijing Sensetime Technology Development, una filiale di un’importante azienda cinese di intelligenza artificiale.

L’ambasciata cinese a Washington ha condannato le ulteriori restrizioni. Quello che gli Stati Uniti stanno facendo è puramente “egemonia sci-tech””, ha dichiarato venerdì il portavoce dell’ambasciata Liu Pengyu. Mello stesso tempo, come rivelano anche i recenti fatti bellici, lo sviluppo dei microprocessori sta diventando sempre più essenziale nella competizione tecnologica internazionale e nella prevalenza fra i diversi grandi competitori strategici mondiali.


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