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MENTRE I MOBILIERI ITALIANI SONO UCCISI DALLE TASSE IKEA NON PAGA PRATICAMENTE NULLA. COME L’EUROPA DISTRUGGE LE PICCOLE AZIENDE

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Cari amici

mentre le aziende piccole e medie italiane sono schiacciate dalle tasse e dagli adempimenti, le multinazionali riescono sempre a farla franca, e qualche  volta questo accade in modo francamente scandaloso.

Facciamo esempi pratici: una notizia recente apparsa su vari giornali parla della prescirzione raddoppiata per le cartelle esattoriali.

I cittadini italiani che pagano le tasse, o che almeno ci trovano, vengono sempre più vessati. Naturalmente a pagarne il costo maggiore è l’industria, soprattutto quella di qualità. Vediamo ad esempio il mobile

Siamo del 20% al di sotto del 2007 e del 10% al di sotto del resto del settore industriale.

Bene, mentre l’industria italiana paga lo scotto cosa fanno le multinazionali ? NON PAGANO NULLA! E non parliamo di servizi immateriali ed online, ma di beni fisici tangibili come i mobili.

Prendiamo ad esempio IKEA, il colosso svedese dei mobili montabili che infesta le case con prodotti di qualità moderna , cioè usa e getta (alla faccia dell’ecologia). Si tratta di una società che fattura 260 miliardi di euro all’anno, eppure, credeteci, aga praticamente NULLA di tasse. I dati provengono dal sito worldfinance.com.

IKEA  è una formula in franchising di proprietà di Ingka Holding , a sua volta posseduta dalla Stichting Ingka Foundation, fondazione no profit con fondi doppi rispetto alla Gates Foundation e con sede nei Paesi Bassi, noto paradiso fiscale che , per il caso specifico, impongono una tassazione pari a ben il 3,5%. In cambio di questo grandissimo favore fiscale la Inga Stiching Foundation, in cui fine benefico è lo sviluppo del design degli interni (‘sticazzi, come se non fosse anche la finalità del mobiliere brianzolo) dona BEN 1,7 milioni di euro (milioni, non miliardi), ad una scuola di  design.

Quindi Inga Stitching è diventata una riserva occulta di denaro e di fondi per qualsiasi negozio IKEA nel mondo il tutto  perfettamente esentasse. Pensate che investimenti e che crescita potrebbero fare i nostri mobilieri se non dovessero pagare NESSUNA imposta. Il tutto in modo perfettamente legale, senza che nessuno dica nulla, nell’ambito dell’Unione Europea e senza andare a cercare paradisi fiscali esotici! Del resto il fondatore Ingvar Kampvrad lasciò la Svezia nel 1973 per non pagare le alte tasse previste in quel paese!

 

Ecco un video in inglese che spiega in modo approfondito il sistema:

 

Why is Ikea a Non-Profit? – OnlineMBA.com

Come può un’azienda italiana , per quanto di qualità ed efficiente, competere con un sistema del genere? Assolutamente no.

Cari mobilieri brianzoli in difficoltà, alleatevi. Mi propongo volontario per predisporvi una struttura simile a quella di IKEA, ne abbiamo le capacità giuridiche ed aziendali. Poi se vi danno degli elusori fiscali rispondete che non fate nulla di diverso a quello che fanno i vostri colleghi europei.

W Leuropa !!

 

 


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