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Medici: ordini nel caos a causa degli obblighi vaccinali o finalmente risveglio dei professionisti?

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Si svolgono le assemblee provinciali degli ordini dei medici per le approvazioni dei bilanci. Solitamente sono eventi burocratici di cui non parla nessuno, ma quest’anno tragicamente eccezionale lo è stato anche per loro.

A Torino è saltata l’approvazione del bilancio in Assemblea, con le vive proteste degli oltre 300 medici contrari alla vaccinazione obbligatoria che sono riusciti a far respingere il documento finanziario. L’assemblea è stata talmente viva che è stato richiesto l’intervento della polizia. Dovremmo valutare come mai siano ben oltre 300 i medici che si sono opposti all’obbligo imposto dal ministro Speranza. Sono veramente tutti suicidi che hanno preso la laurea per corrispondenza?

A Padova il 9 aprile si è assistito allo spaccamento netto dell’Ordine da parte dei propri iscritti. In questo caso il bilancio è stato approvato, ma una fetta consistente e non ignorabile, il 39% , ha votato contro i vertici. Anche medici che hanno obbedito all’obbligo hanno votato contro chi ha espulso colleghi stimati, considerati affidabili e che per anni hanno curato pazienti con dedizione. Eppure, da un giorno all’altro, sono stati sospesi, come se fossero degli incapaci o degli stregoni tribali

Probabilmente questi non saranno gli ultimi casi di contestazione dei vertici di ordini professionali che sono apparsi più abili nel difendere le scelte, spesso discutibili, del governo, piuttosto che i propri associati. Appare chiara la mancanza di ogni dialettica interna e l’incapacità di creare un percorso dialettico che permettesse di valutare i singoli casi. Perché un medico guarito deve essere obbligato a tre iniezioni di vaccino, ad esempio? Perché non si sono pensati percorsi alternativi per i medici che non si sono vaccinati. Tra l’altro l’imposizione così dura non c’è stata quasi in nessun’altra nazione al mondo. Gli Ordini sono apparsi solo zelanti nell’implementazione degli ordini dall’alto, deprimendo proprio la professionalità che dovrebbero tutelare. Quindi il dissenso al loro interno è ovvio, anzi quasi dovuto: i medici non sono dei meri portaordini.

 


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