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Economia

L’Ungheria di Orban promette di continuare a usare il gas russo

l’Ungheria non dà l’addio a Mosca, anche se cerca di diversificare le fonti

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Un giorno dopo aver acquisito quote di un giacimento di gas azero, l’Ungheria ha dichiarato che non rinuncerà al gas naturale russo e che intende rafforzare gli accordi commerciali con la Russia in aree non soggette a sanzioni.

La mossa arriva mentre il primo ministro ungherese filo-russo, Viktor Orban, è sotto pressione in vista delle elezioni dell’Unione Europea del 9 giugno, in cui il suo partito di governo Fidesz si trova di fronte a un duro sfidante.

La transazione fa seguito all’acquisizione da parte del gruppo ungherese MGM di una partecipazione del 5% nel giacimento di gas Shah Deniz in Azerbaigian, che dovrebbe concludersi nel terzo trimestre di quest’anno, secondo quanto riportato da BNE Intellinews.

Il giacimento di Shah Deniz, gestito dalla BP, è uno dei più grandi al mondo e produce quasi 30 miliardi di metri cubi all’anno; il nuovo accordo con l’Ungheria garantirà al Paese 1,5 miliardi di metri cubi all’anno. L’acquisizione “ci fornisce una protezione contro le fluttuazioni significative dei prezzi dell’energia”, ha dichiarato il Ministro ungherese degli Affari Esteri e del Commercio Peter Szijjarto.

Giovedì, la Reuters ha citato Szijjarto come “impossibile garantire l’approvvigionamento energetico dell’Ungheria senza le risorse energetiche russe, e questo non ha nulla a che fare con la politica o l’ideologia, ma è radicato nei semplici fatti della fisica”.

Secondo la BNE, dal 2021, con la firma di un accordo di fornitura di 15 anni con Mosca, l’Ungheria importa circa 4,5 miliardi di metri cubi di gas russo all’anno.

Le relazioni tra Ungheria e Stati Uniti hanno continuato ad inasprirsi in modo esponenziale dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nella primavera del 2022, con Orban che si è sempre rifiutato di schierarsi contro la Russia per quanto riguarda l’Ucraina.

Il suggerimento di Orban ai media ungheresi, nella tarda serata di mercoledì, di cercare di espandere i legami commerciali non petroliferi con la Russia ha fatto arrabbiare anche Washington.
Il governo ungherese dice di essere il “partito della pace” mentre continua a stare con il partito della guerra di Putin.

La dipendenza dell’Ungheria dall’energia russa è pericolosa e non necessaria”, ha dichiarato su Facebook l’ambasciatore statunitense in Ungheria David Pressman, come riportato dalla Reuters.

All’inizio della settimana, S&P Global ha riferito che l’UE si stava preparando a dare il tocco finale al 14° pacchetto di sanzioni sull’energia russa questo mese, con obiettivi di sanzioni che includono le spedizioni di GNL russo.


Il pacchetto di sanzioni aggiunge alla lista nera tre progetti di GNL russo, tra cui Arctic LNG 2, Ust-Luga e Murmansk. Il 14° pacchetto di sanzioni dell’UE, tuttavia, è tutt’altro che un affare fatto: è necessario che tutti gli Stati membri dell’UE siano d’accordo con l’accordo e che alcuni chiari oppositori siano in attesa di far fallire il pacchetto.

 

Viktor Orban e Donald Trump

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