L’inflazione USA cala più delle attese, è la volta buona che la FED cambierà strategia ?

Le notizie sull’inflazione USA oggi hanno sparigliato un po’ i mercati. Il tasso d’inflazione annuale negli Stati Uniti è rallentato per il nono periodo consecutivo, scendendo al 5% nel marzo 2023, il più basso dal maggio 2021, dal 6% di febbraio, e al di sotto delle previsioni di mercato del 5,2%. I prezzi degli alimenti sono cresciuti a un ritmo più lento (8,5% rispetto al 9,5% di febbraio) e il costo dell’energia è sceso (-6,4% rispetto al +5,2%), in particolare la benzina (-17,4%) e il gasolio (-14,2%). Allo stesso tempo, i prezzi delle auto e dei camion usati sono diminuiti ancora una volta (-11,6% vs -13,6%). D’altra parte, l’inflazione per gli alloggi, che rappresenta oltre il 30% del paniere totale dell’IPC, ha continuato a salire (8,2% vs 8,1%). Rispetto al mese precedente, l’IPC ha registrato un aumento dello 0,1%, anch’esso al di sotto delle aspettative dello 0,2%, con un aumento dei prezzi degli alloggi (0,6%) che ha compensato il calo del 3,5% del costo dell’energia. I prezzi degli alimenti sono rimasti invariati. L‘IPC core, che esclude cibo ed energia, è aumentato del 5,6% su base annua e dello 0,4% su base mensile, come previsto. Questa è l’inflazione a breve:

Ecco invece una visione di medio periodo

Che succederà adesso? Probabilmente l’inflazione scenderà ancora e toccherà magari il 3,5%-3%. A questo punto che cosa farà la FED? Accetterà la nuova realtà inflazionistica affermando che, alla fine, il 3,5% non è la fine del mondo e si può sopravvivere benissimo con questo valore, o cercherà ancora di raggiungere il 2%, a qualsiasi costo? Molti analisti concordano che questo livello risulterà accettabile per la FED, o che questa approverà un percorso di riduzione dell’inflazione più lento, per cui non ci saranno più altri aumenti di interesse e politiche restrittive. A quanto pare il mercato crede a questa seconda soluzione, e questo potrebbe portare a un aumento dei valori borsistici.