Seguici su

Attualità

Libertà di parola: anche in Irlanda si chiede la censura

Pubblicato

il

Questa settimana il Partito Verde irlandese ha seguito molti esponenti della sinistra di tutto il mondo, e si è schierato a favore della censura e del controllo della parola. In effetti, il partito è diventato completamente orwelliano quando la sua presidente Pauline O’Reilly ha chiesto di “limitare la libertà” per proteggerla.

I commenti di O’Reilly fanno parte dell’introduzione del Criminal Justice (Incitement to Violence or Hatred and Hate Offences) Bill 2022. Abbiamo già parlato di questo massiccio attacco alla libertà di parola.

Si tratta di una legge che criminalizzerebbe “l‘incitamento alla violenza o all’odio” contro persone con “caratteristiche protette“, nonché “l’apologia, la negazione o la minimizzazione grossolana di genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimini contro la pace“.

Limitare la libertà di parola è diventato un articolo di fede per molti a sinistra. Ho scritto del mio disagio (come persona cresciuta in una famiglia democratica liberale e politicamente attiva a Chicago) nell’assistere all’abbandono dei valori della libertà di parola da parte del partito. I leader democratici ora invocano uniformemente la censura e la regolamentazione del discorso. Il Presidente Biden ha persino accusato le aziende che si rifiutano di censurare le opinioni opposte sui social media di “uccidere le persone”. Altri hanno denunciato la libertà di parola come “un’ossessione dell’uomo bianco”.

Il movimento contro la libertà di parola è diventato apertamente orwelliano nel sostenere di proteggere la libertà limitandola. Utilizza anche termini come disinformazione, disinformazione e malinformazione per nascondere il loro sforzo di mettere a tacere chi ha opinioni opposte. Invece di usare “censura”, si parla di “moderazione dei contenuti”.

Questo sforzo è stato messo in mostra questa settimana in Irlanda con questa legislazione contro la libertà di parola.

Parlando davanti al Senato irlandese (Seanad) questa settimana, la presidente del Partito Verde Pauline O’Reilly ha dichiarato: “Se ci pensiamo bene, tutte le leggi e tutte le normative riguardano la restrizione della libertà. Questo è esattamente ciò che stiamo facendo qui. Stiamo limitando la libertà, ma lo facciamo per il bene comune“. Il classico pensiero di sinistra: se si è ristretto un po’ la libertà, allora è lecito continuare a restringerla anche fino al punto di cancellarla completamente.

È lo stesso messaggio dei democratici di New York che chiedono di limitare la libertà di parola per proteggere la democrazia. L’ex segretario al Lavoro di Clinton, Robert Reich, ha dichiarato che la libertà di parola è “tirannia”.

O’Reilly ha assicurato ai cittadini che la rinuncia alla libertà non è nulla di nuovo o di minaccioso: “In tutta la nostra Costituzione si può vedere che i diritti sono limitati per il bene comune. Tutto deve essere bilanciato”.

Ciò che è particolarmente agghiacciante è quanto sia bassa la soglia per negare la libertà di parola, secondo O’Reilly. Ora sembra che sia sufficiente un “profondo disagio”:

“Se le opinioni di una persona sulle identità altrui rendono la sua vita insicura, e le causano un disagio così profondo da non poter vivere in pace, il nostro compito di legislatori è quello di limitare queste libertà per il bene comune”. Vale di più un fastidio personale, una lieve irritazione, piuttosto che la libertà di parola.

Ciò che è interessante è che O’Reilly ammette che non c’è nulla di nuovo nelle opinioni odiose, ma è tempo di eliminare queste voci: “I social media hanno alimentato l’odio, ma hanno anche messo in mostra per tutti noi il ventre sporco, sudicio, dell’odio nella società irlandese. Quell’odio è sempre esistito“. Naturalmente, sarà lei e la sua maggioranza a stabilire quali opinioni creano “profondo disagio“.

La legislazione irlandese è figlia di una società così debole da avere paura della libertà di espressione. Sarà sicuramente imitata da altri paesi e l’Unione Europea ha già emesso una legislazione online, il DSA, che è tutto un richiamo a poteri speciali di censura, a “Segnalatori” autorizzati a censurare, alla corsa a mettere a tacere le parole non omogenee con il pensiero del potere. Non una parola per la difesa della linertà di parola. Però ci vantiamo di essere una “democrazia liberale”. Liberale in cosa?

 

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento