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L’EUREXIT SARÀ GERMANEXIT

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Vi state chiedendo COME AVVERRA’ L’EUREXIT?

La risposta è banale!

Molti dei parlamentari europei si sono oramai appiattiti sul bisogno che la UE cambi, ciò riflette il loro bisogno di continuare a svolgere il loro dolce far niente a Bruxelles.
Ma a breve tutto cambierà!
Tutto ciò che è imperfetto è mutevole e si trasforma, anche la UE muterà, ed in modo sostanziale.
Oggi essa è un luogo di incontro fra chi spesso non ha né un mestiere né una vita professionale e un manipolo di corruttori, le grandi compagnie internazionali, le multinazionali global, che amano UE ed Euro in quanto fondamentalmente organizzazione fascista che schiaccia efficacemente e deliberatamente le fastidiose, flessibili e servizievoli piccole imprese.
Molti europarlamentari non si rendono conto che a progettare la UE pare siano state le stesse note Big Pharma che ebbero vita molto attiva nel primo cinquantennio del secolo scorso, altri la vedono di buon occhio poiché riflette bene il loro desiderio di comandare con manganello e flashball (vedi Macron).
Purtroppo per tutti questi signori, la UE attuale è destinata a schiantarsi contro i numeri. Sebbene alcuni giornalisti siano convinti che Lega e M5S siano europeisti convinti, che farebbero di tutto pur di salvare la UE, le cose non stanno cosi.
Ieri mattina a Omnibus La7 un giornalista

 

affermava:
“La Lega sull’euro è tornata indietro dopo una fase iniziale di contrasto, adesso vuole cambiarne l’architettura in modo che tenga conto delle specificità di ogni nazione”
Nello stesso momento, l’europarlamentare M5S Cataldo

pronunciava più o meno le seguenti parole:
“vogliamo riformare la UE eliminando l’austerity e passando a politiche keynesiane, vogliamo istituire i trasferimenti nord-sud (ndr: da Germania e Olanda ai PIGS)”
Bene, queste posizioni e queste frasi sono proprio ciò che serve a dimostrare la fondatezza della mia tesi.
La crisi in atto, che troverà in parte soluzione solo dopo luglio 2019 (per gli investimenti FCA e per il via libera ai comuni in merito alle spese sul territorio), porterà la Commissione UE a chiedere ad Aprile una prima correzione dei conti.
Dalle parole di Borghi, su twitter, e di Bagnai, a La7, capiamo che una correzione vi sarà ma il suo segno sarà opposto:


La testata online NEXT su “La manovra correttiva secondo Bagnai: tenetevi forte” riporta la dichiarazione di Bagnai circa una presumibile ulteriore manovra di tipo espansivo.
Analogamente, Borghi su Twitter esclude assolutamente che il gialloverdi faranno mai una manovra correttiva pro-ciclica:
“noi di sicuro non faremo mai come Monti. Mai” (02 Marzo 2019).


La situazione economica del 2019 richiederà ulteriori manovre correttive a dicembre. Per coprire 50 miliardi di manovra i gialloverdi punteranno al deficit (con fare keynesiano) mentre la UE pretenderà tagli e tasse (per rispettare vecchi accordi dei precedenti governi).
Sarà allora che la richiesta di trasformazioni in senso keynesiano della UE porterà alla presumibile rottura dell’eurozona.
Per uscita dell’Italia?
No! Come dice bene Borghi ad un convegno in Grecia:
“The only way that i see, is if Germany wish to go…”

Questo è quanto accadra.
E la Francia?
Alla Francia pensano Gilet Gialli e Steve Bannon!


Ad maiora.


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