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Le banche cinesi finanziano i tre quarti dei progetti mondiali legati al carbon fossile

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Miniera di carbone

Gli istituti di credito cinesi hanno organizzato tre quarti di tutti i 120 miliardi di dollari di finanziamenti globali per progetti di carbone dello scorso anno, come ha dimostrato una nuova ricerca di BloombergNEF di mercoledì.

Le banche cinesi hanno rappresentato un enorme 76%, pari a 93 miliardi di dollari, dei finanziamenti organizzati per i progetti di carbone l’anno scorso, seguite dalle banche statunitensi, che si sono piazzate al secondo posto con 10 miliardi di dollari di finanziamenti per progetti di carbone, secondo il rapporto di BNEF.

Secondo i ricercatori del BNEF, la quota di finanziamento del carbone sarebbe troppo alte per gli obiettivi previsti dal COP28. I finanziamenti al carbone rappresentano circa il 13% di tutti i finanziamenti ai combustibili fossili, mentre la quota deve scendere a solo l’1% entro il 2040 per avere una possibilità di raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale, afferma il BNEF nel rapporto.

Secondo i risultati, tutte le 10 principali banche che hanno organizzato finanziamenti per il carbone lo scorso anno si trovavano in Cina, guidate dalla Industrial and Commercial Bank of China Limited.

La Cina continua a fare affidamento sul carbone e ad espandere la sua capacità di produzione di carbone nonostante sia anche il leader mondiale nell’espansione della capacità di produzione da fonti rinnovabili e negli investimenti in tecnologie verdi.

Le sue banche continuano a finanziare il carbone, mentre molte banche, soprattutto in Europa, hanno già abbandonato i finanziamenti per il carbone e stanno limitando o bloccando anche i finanziamenti per i progetti di petrolio e gas.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha dichiarato la scorsa settimana che la domanda globale di carbone aumenterà dell’1,4% quest’anno e supererà per la prima volta il livello record di 8,5 miliardi di tonnellate.

Mentre la domanda di carbone negli Stati Uniti e nell’UE è destinata a subire un calo record del 20%, l’uso del carbone nelle economie emergenti “rimane molto forte, con un aumento dell’8% in India e del 5% in Cina nel 2023 a causa dell’aumento della domanda di elettricità e della debolezza della produzione di energia idroelettrica”, ha dichiarato l’AIE nel suo rapporto annuale Coal 2023.

Il fatto che il carbone venga ancora cosìì usato fa si che sia conveniente, dal punto di vista economico, finanziarlo. Il fatto che non lo facciano le banche occidentali non significa che non ce ne siano altre disposte a farlo. Anzi la minore concorrenza garantisce dei ritorni migliori per i finanziatori. E l’economia non guarda in faccia a nessuno, anche perché il finanziamento del business del carbon fossile sarà sconsigliato, ma è perfettamente lecito.

Si prevede che la domanda di carbone della Cina diminuisca l’anno prossimo e si stabilizzi fino al 2026, mentre la domanda globale è destinata a diminuire fino al 2026, “ma la Cina avrà l’ultima parola”, ha osservato l’AIE. Però l’India prevede, a esempio, dei forti investimenti in materia. Quindi le banche avranno molto lavoro, e per molto tempo.


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