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Economia

La Spagna precipita nello Stato di polizia fiscale: la morsa socialista sul denaro dei cittadini

La Spagna del governo Socialista precipita in uno stato di polizia fiscale. Limiti arbitrari sul contante (€1000), banche trasformate in spie, multe fino a 150.000€. Una spinta repressiva, mentre Trump rende legali le stable coin

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La Spagna, sotto la stretta soffocante del governo Socialista, sta rapidamente scivolando verso un vero e proprio stato di polizia fiscale. L’obiettivo è chiaro e inquietante: conoscere tutto dei cittadini, negando di fatto la possibilità di gestire liberamente il proprio denaro. Un regime anti-libertario, malfidente e patrigno che tratta i suoi cittadini come potenziali criminali da sorvegliare a vista.

Mentre le direttive europee, in un barlume di (limitata) ragionevolezza, prevedono la possibilità di pagamenti anonimi in contanti fino a 10.000 euro (una misura proposta per contrastare il riciclaggio, ma che riconosce una soglia di tolleranza), la Spagna sceglie una strada ben più restrittiva e punitiva.

Il Tesoro non molla la presa un istante, ossessionato dalla riscossione delle imposte e dalla lotta, spesso indiscriminata, alle frodi fiscali. Che si tratti di carte o, peggio ancora, di contanti, l’Agenzia delle Entrate dispiega ogni mezzo per monitorare le transazioni dei cittadini nel modo più capillare possibile, con la scusa di “prevenire il riciclaggio di denaro” o “arginare l’economia sommersa”. In realtà, è un controllo pervasivo sulla vita finanziaria dei cittadini. Niente deve sfuggire allo stato patrigno.

Ed è proprio qui che il cittadino onesto rischia grosso: qualsiasi movimento considerato “sospetto” dall’occhio onniveggente del fisco può avere conseguenze devastanti. Dobbiamo purtroppo accettare che le banche, trasformate in spie del Tesoro, collaborano attivamente in questa caccia alle streghe finanziaria, essendo obbligate per legge a notificare ogni “anomala” entrata o uscita di cassa.

Secondo le direttive della Banca di Spagna, questo succede ai cittadini:

  • Se effettuate un deposito in contanti pari o superiore a 1.000 euro, la banca vi chiederà un documento d’identità. Già da questa cifra minima si accendono i riflettori.
  • Tutte le operazioni (depositi e prelievi) di importo superiore a 3.000 euro devono essere comunicate al Tesoro, e non vengono effettuate senza la previa autorizzazione scritta del Tesoro stesso.
  • L’utilizzo di banconote da 500 euro fa scattare automaticamente la segnalazione.
  • Anche prestiti e crediti superiori a 6.000 euro vengono messi sotto la lente d’ingrandimento.

E attenzione: la mancata prova dell’origine del denaro non è una semplice inosservanza, ma costituisce reato! L’individuo colpevole di non poter dimostrare la provenienza lecita dei fondi sarà punito con una multa che può arrivare alla cifra esorbitante di 150.000 euro, un vero e proprio esproprio, come stabilito dall’articolo 56 della Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio.

Anche i trasferimenti bancari non sfuggono alla sorveglianza. Sebbene non ci sia un limite apparentemente invalicabile per i privati, gli istituti devono notificare le transazioni superiori a 6.000 euro. E chi effettua trasferimenti superiori a 10.000 euro dovrà prepararsi a giustificare l’origine del denaro, un ulteriore onere probatorio che mina la fiducia tra Stato e cittadino.

Pagamenti in Contanti: La Stretta Mortale a 1.000 Euro

Per rendere la vita impossibile ai cittadini e limitare al massimo l’uso del contante – l’unica forma di denaro veramente libera – il limite generale per i pagamenti in contanti per beni o servizi è stato brutalmente abbassato da 2.500 a soli 1.000 euro nel luglio 2021, con la Legge 11/2021. Questo, in stridente contrasto con le soglie europee per l’anonimato (ricordiamo, 10.000 euro!), dimostra l’intento punitivo e di controllo del governo spagnolo. Ignorare questo arbitrario limite trasforma istantaneamente sia il pagatore che il ricevente in “trasgressori” agli occhi dell’Agenzia delle Entrate, con multe che possono raggiungere il 25% dell’importo pagato. Una sanzione draconiana che scoraggia l’uso del contante anche per transazioni comuni.

Tutte queste limitazioni draconiane sono la prova evidente di quanto il governo voglia mettere le mani sulla libertà finanziaria dei cittadini, limitando l’uso del contante, pur riconoscendo che le persone ne posseggono. Paradossalmente, il limite massimo di contanti che si può portare con sé all’interno della Spagna è di 100.000 euro, ma – ed ecco la trappola burocratica – si è obbligati a dichiararlo compilando il modulo S-1. Ancora peggio, se si desidera entrare o uscire dal territorio spagnolo portando con sé più di 10.000 euro, la dichiarazione tramite modulo S-1 alla dogana o in banca è obbligatoria. La mancata osservanza di questa farraginosa procedura comporta una multa minima di 600 euro, ma può arrivare fino alla metà dell’importo non dichiarato, una punizione sproporzionata per una mera omissione formale, secondo l’OCU (Organizzazione Nazionale dei Consumatori, anche se qui funge da fonte di dati sulle sanzioni doganali).

La Spagna quindi si avvia da un governo socialista a un governo comunista, in cui il denaro è controllato e di oggettiva propeità dello stato. Il tutto in un mondo in cui presto anche gli stagnoli potranno pagare con il proprio telefonino , tramite stable coin gestite da società americane. Capite anche voi perché Trump è visto come un pugno in un occhio nel Vecchio, e Antiliberale, Continente.


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