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La società che voleva licenziare i lavoratori “Bianchi” ha perso in borsa il 34% in una seduta

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Twilio è un nome che magari non conoscerete, però alla sua nascita venne vista come una delle speranze dell’high tech USA. Cosa fa Twilio? Gestisce chatbox e servizi ai clienti in modo automatico per “Permettere a chi lo utilizza di dare un’esperienza unica ai propri clienti”. Praticamente programma degli strumenti Ai per il supporto clienti. Nata nel 2008 era una delle grandi speranze dell’Hi tech, prima di Seattle, poi trasferita nella Silicon Valley, ma i sogni giungono a risvegli bruschi. A settembre la società, già in difficoltà, aveva deciso di effettuare dei massicci licenziamenti, ma… li ha fatti in modo “Woke”, “Antirazzista”.

Jeff Lawson, CEO di Twilio, aveva annunciato l’intenzione di tagliare circa l’11% della forza lavoro dell’azienda, dopo aver ammesso che la società è cresciuta troppo velocemente:

“Twilio è cresciuta a un ritmo sorprendente negli ultimi due anni. È stata troppo veloce e non si è concentrata abbastanza sulle nostre priorità aziendali più importanti. Mi assumo la responsabilità di queste decisioni, così come della difficile decisione di procedere a questo licenziamento”.

Ma, per la prima volta che possiamo ricordare, l’amministratore delegato è sembrato affermare che la razza è stata coinvolta nel processo decisionale relativo a chi ha perso il lavoro…

Licenziamenti come questo possono avere un impatto più marcato sulle comunità emarginate”, ha scritto Lawson in una nota ai dipendenti.”Per questo motivo ci siamo particolarmente preoccupati di garantire che i nostri licenziamenti, pur essendo oggi una necessità aziendale, venissero effettuati in un’ottica antirazzista e antioppressione“. Quindi i licenziamenti erano “Razzisti”: se eri bianco venivi licenziano , se appartenevi a una minoranza era meno probabile essere licenziato.

Però questa scelta non sembra essere servita a molto. Solo oggi Twilio ha perso il 34,6%

Dai valori di agosto siamo ad un bel 42% in meno, e la società si è mangiata tutto l’incremento di valore degli ultimi quattro anni, tornano ai prezzi del 2018. Ora ci sorge un banale dubbio: non è che il mercato sia veramente anti razzista e se ne infischi delle politiche sociali del CEO, ed avrebbe preferito che i licenziamenti, eventualmente, fossero stati fatti sulla base dell’efficienza e non della razza? 

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