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La Russia blocca l’export di gasolio e benzina. In Europa esplode il prezzo

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In un momento in cui i prezzi del gasolio da autotrazione e dei carburanti in generale sono già alti, la Russia ha “vietato temporaneamente” le esportazioni di diesel nel tentativo di stabilizzare le forniture interne, aggiungendo pressione sui già rigidi mercati globali dei carburanti e mettendo in grossa difficoltà Christine Lagarde e Ursula Von Der Leyen, perchè la decisione schiaccierà il pedale dell’accelerazione dell’inflazione causando problemi economici e politici.

“Restrizioni temporanee contribuiranno a saturare il mercato dei carburanti, che a sua volta ridurrà i prezzi per i consumatori” in Russia, ha affermato l’ufficio stampa del governo sul suo sito web. Il divieto “temporaneo”, che vale anche per la benzina, entra in vigore oggi, 21 settembre, e non ha una data definitiva, secondo il decreto governativo, firmato dal primo ministro Mikhail Mishustin.

Sono previste esenzioni per forniture minori, comprese le consegne ad alcuni partner dell’alleanza commerciale, nonché gli aiuti umanitari e il transito, si legge nel decreto. Comunque quantità minime.

I prezzi in Europa sono balzati di fronte alla minaccia che la misura possa aggravare le già sconcertanti carenze globali. Le raffinerie di petrolio del mondo stanno lottando per produrre abbastanza carburante a causa delle limitate forniture di greggio provenienti da Russia e Arabia Saudita. Naturalmente, ciò significa che le raffinerie spingeranno i prezzi nettamente più in alto e – nel gergo dei gestori di Joe Biden – stamperanno nuovamente denaro, cioè faranno affari d’oro. 

Nell’Europa nordoccidentale, il premio dei futures diesel di riferimento rispetto al petrolio greggio – noto come crack ICE Gasoil – è aumentato bruscamente, superando i 37 dollari al barile, e al ritmo più alto dell’anno.

Anche i futures del diesel con consegna a ottobre sono diventati più costosi rispetto ai barili con arrivo nel mese successivo, con una Backwardation che ha superato i 35 dollari a tonnellata. Anche il Brent ha registrato un’impennata, invertendo quasi tutte le perdite di ieri.

Non che i prezzi alla pompa non fosserò già alle stelle, sia in Europa

 

Sia negli USA

In effetti, ciò che la Russia sta facendo bloccando le esportazioni di prodotti, è esportare prezzi più alti verso l’Europa e l’Occidente in generale.

L’aumento dei prezzi del carburante per auto è stato uno dei maggiori fattori che contribuiscono all’inflazione, un potenziale grattacapo politico mentre il Cremlino si prepara alle elezioni presidenziali di marzo. Secondo i dati più recenti del Servizio statistico federale, i prezzi al dettaglio di benzina e diesel in Russia sono aumentati del 9,4% dall’inizio dell’anno al 18 settembre, rispetto a un aumento dei prezzi al consumo complessivi del 4%.

Il governo russo ha trascorso settimane in trattative con i produttori di petrolio per decidere le misure per frenare l’aumento dei prezzi del carburante. Il presidente Vladimir Putin ha dichiarato la scorsa settimana che funzionari e aziende hanno concordato come agire in futuro, ma le dispute sono continuate, hanno detto fonti di Bloomberg.

Nei primi 13 giorni di settembre la Russia ha esportato in media circa 63.000 tonnellate di gasolio al giorno e poco più di 8.000 tonnellate di benzina al giorno, secondo una persona esperta in materia. Le esportazioni giornaliere di diesel sono diminuite del 31% rispetto alla media dei primi 30 giorni di agosto, poiché le raffinerie sono sottoposte a manutenzione stagionale e i produttori hanno reindirizzato una maggiore quantità di carburante verso il mercato interno a seguito degli sforzi del governo per abbassare i prezzi.

La Russia abbasserà i prezzi interni e maderà alle stelle quelli europei. Saremo green, al verde, per davvero.

 

 


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