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La Russia aumenta del 16% il costo del petrolio esportato con oleodotto in Europa

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I prezzi di giugno del greggio russo di punta degli Urali attraverso l’oleodotto Druzhba che attraversa l’Ucraina sono destinati a salire del 16% rispetto ai prezzi di maggio, a causa delle preoccupazioni dei raffinatori europei per le interruzioni del transito in seguito al crollo di un’importante diga ucraina e ai timori di danni infrastrutturali più significativi, riporta la Reuters, citando due fonti non citate.

Mentre il petrolio russo trasportato via mare è vietato dalle sanzioni nella UE, non lo è il greggio convogliato, con l’oleodotto Druzhba che attraversa l’Ucraina e rifornisce Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca dal ramo meridionale.

La Reuters ha citato una fonte senza nome secondo la quale i raffinatori dell’Unione Europea stavano cercando di fare scorte per timore di attacchi alle infrastrutture chiave, in vista di un’escalation della situazione nella guerra della Russia contro l’Ucraina.

L‘ungherese MOL, uno dei principali acquirenti di Ural via oleodotto, si appresta ad acquistare 900.000 tonnellate di Urali Druzhba a giugno, rispetto alle sole 750.000 tonnellate di maggio, hanno dichiarato le fonti alla Reuters. Quindi l’aumento colpirà soprattutto il paese che è più vicino alle posizioni  russe nella UE. 

L’aumento degli acquisti arriva dopo il crollo della diga di Nova Kakhovka in seguito a una massiccia esplosione. La diga si trova sul fiume Dnieper e ha richiesto l’evacuazione dei residenti sia in territorio ucraino che russo.

Il Presidente russo Vladimir Putin mercoledì ha dato la colpa della distruzione della diga all’Ucraina, negando qualsiasi coinvolgimento e descrivendo il gesto come un “atto barbarico”. L’Ucraina ha incolpato Mosca di aver fatto saltare la diga, descrivendo il presunto attacco come un “ecocidio”.

Decine di migliaia di persone hanno bisogno di essere evacuate e rischiano gravi inondazioni, carenza d’acqua e interruzioni di corrente.

Il crollo della diga fa seguito a numerosi attacchi che hanno preso di mira le infrastrutture energetiche ucraine e coincide anche con il lancio di un’importante controffensiva ucraina contro le posizioni russe, lasciando gli analisti a considerare chi avrebbe beneficiato maggiormente della distruzione della diga.

Un’escalation di attacchi da entrambe le parti mette a rischio i rifornimenti di petrolio attraverso le condutture degli oleodotti. Il ramo meridionalee di Druzbha transita infatti attraverso l’Ucraina prima di giungere in Ungheria.

 


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