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La Meloni farà da apripista anche alla Francia sul reintegro dei sanitari?

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L’Italia farà da esempio alla Francia sul reintegro dei sanitari non vaccinati per il Covid? Sembra di si, secondo quanto riportato dalla rivista francese Marianne.  Il nuovo governo italiano di Giorgia Meloni ha deciso di porre fine alla vaccinazione obbligatoria degli operatori sanitari contro la Covid-19 a partire dal 1° novembre. Circa 4.000 medici e infermieri sospesi per un anno e mezzo possono tornare al lavoro, due mesi prima della data originaria del 31 dicembre. Secondo il ministro della Salute Orazio Schillaci, l’abrogazione di questa misura dovrebbe consentire di limitare la “carenza di personale medico e sanitario”, soprattutto perché l’impatto del virus sugli ospedali è “ormai limitato”. Come sappiamo il reintegro ha suscitato un po’ di polemiche nell’opposizione ipervaccinista e le ripicche di qualche governatore regionale.

 

L’Italia non è certo il primo Paese europeo a fare marcia indietro, anzi è giunta con un certo ritardo alla decisione. In Inghilterra, la vaccinazione obbligatoria era stata annunciata per la fine del 2021 e le sanzioni erano previste per il 1° aprile 2022. Infine, il 1° marzo dello stesso anno il governo britannico fece marcia indietro, sostenendo che la variante Omicron era “meno grave” delle precedenti. La Spagna e il Portogallo, due dei Paesi con i più alti tassi di vaccinazione in Europa, non hanno mai fatto un passo del genere. In Germania, l’obbligo è stato introdotto nel marzo 2022, con ogni regione che ha deciso come attuare la misura, ma solo 70 sospensioni sono state decise entro la scorsa estate, secondo l’emittente televisiva tedesca N-tv. Quindi Berlino ha applicato l’obbligo con grandissima cautela, l’esatto contrario di quanto successo in Italia.

Solo la Francia sembra fare eccezione a questo ammorbidimento della regola europea. Lo scorso 22 luglio, il Ministro della Salute, François Braun, ha rinnovato tale obbligo in seguito al parere favorevole dell’Alta Autorità per la Salute (HAS). “Nel contesto di una settima ondata, in considerazione dell’efficacia dei vaccini e delle incertezze relative al proseguimento dell’epidemia, l’HAS ritiene che i dati non siano tali da mettere in discussione” questa misura, si legge sul sito dell’istituzione. Come il Consiglio scientifico e l’Accademia di medicina, l’HAS aveva individuato questioni etiche e di salute pubblica. Però a questo punto Parigi è isolata di fronte all’evidenza e alle aperture. Anche Macron dovrà cambiare idea?


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