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La “Febbre del ferro africano” di Rio Tinto si rivela un incubo

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Il sogno africano del colosso minerario Rio Tinto di sfruttare il più grande giacimento vergine di ferro, realizzando anche una ferrovia lunga 600 km, è stato sinora un incubo.

Il gigante anglo-australiano delle materie prime spera di rafforzare la sua posizione come uno dei più grandi produttori di minerale di ferro del mondo sfruttando il giacimento di Simandou, situato in una remota regione montuosa della Guinea.
Dopo anni di dispute legali e ritardi, il progetto – che potrebbe produrre 2,3 miliardi di tonnellate di minerale di ferro di alta qualità attraverso i suoi due vasti giacimenti – sembrava improvvisamente  pronto a decollare.

Secondo quanto riferito dai media, Rio avrebbe riferito agli analisti di voler investire fino a 5,5 miliardi di dollari nell’estrazione del minerale di ferro nel sito di Simandou nei prossimi due anni e mezzo, in attesa di una decisione finale sull’investimento.

Tuttavia, il progetto ha dovuto affrontare nuovi ostacoli, poiché i partner cinesi di Rio, secondo quanto riferito, non sono riusciti a sborsare fondi per aiutare con il lavoro preparatorio.

Ciò ha fatto gravare su Rio l’unico onere finanziario della preparazione del sito, che è una joint venture con il governo della Guinea e un consorzio di gruppi cinesi.

Mentre Rio possiede il 45% in due dei quattro blocchi minerari di Simandou e il 53% nella joint venture complessiva Simfer, la cinese Chalco Iron Ore Holdings (CIOH), composta da quattro società cinesi, detiene una quota del 47%.

Tuttavia, nessuno di questi partner ha reso disponibili fondi, con Rio che finora ha speso più di 500 milioni di dollari per il progetto, che avrebbero dovuto essere divisi con le altre parti interessate.

Rio ha anche attirato una notevole attenzione da parte delle autorità di regolamentazione che hanno risolto le accuse di un programma di corruzione in Guinea con una sanzione civile di 15 milioni di dollari alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, senza ammettere né negare le conclusioni dell’autorità di regolamentazione.

Il Serious Fraud Office del Regno Unito, nel frattempo, ha recentemente archiviato un caso per accuse di corruzione riguardanti la condotta commerciale di Rio in Guinea, ma resta in corso un caso della polizia federale australiana che dura da sei anni e riguarda accuse di pagamenti di consulenze.

Dato che il progetto Simandou richiede ancora l’approvazione normativa da parte delle autorità garanti della concorrenza e l’approvazione del governo sia della Guinea che dello Stato cinese, queste accuse vorticose potrebbero anche minacciare il progetto, ritardandone la partenza e quindi aggravando il costo per la società anglo-australiana. 

Ciò avviene anche nel contesto difficile del debole prezzo delle azioni di Rio, con la società che ripone speranze nell’approvazione di Simandou per aumentare il sentiment degli investitori. Rio ha visto il prezzo delle sue azioni crollare negli ultimi otto mesi, passando da 6.277 pence per azione a metà febbraio a un minimo di 4.559 per azione in agosto – un calo del 27%.

Il grosso della produzione di ferro, fondamentale per il colosso minerario, viene dai grandi giacipemtni austrialiani, soprattutto Pilbara, ma anche qui la società ha fatto un bel po’ di guai. Ad esempio ha dovuto interrompere i lavori di estrazione dopo aver danneggiato un’area rocciosa di culto degli aborigeni  nell’Australia occidentale.

Ciò è avvenuto solo tre anni dopo un esodo di massa dei consigli di amministrazione dopo la distruzione delle grotte di Juukan Gorge e un rapporto schiacciante sul posto di lavoro che ha rivelato bullismo diffuso, razzismo e accuse di molestie sessuali.

Nel frattempo il prezzo del minerale di ferro non si sviluppa come dovrebbe per una ripresa cinese che non è ancora giunta al livello previsto.

Questi problemi unici alla febbre africana, mai risolta, vengono a zavorrare il valore delle azioni di una società che, se avesse agito in modo più attento ed efficiente, oltre che fortunato, avrebbe potuto essere un ottimo investimento. Incvece si limita a galleggiare, finché andrà bene. 


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