Attualità
LA CONCEZIONE DELLA DEMOCRAZIA PER LA COMMISSIONE EUROPEA di Luca Tibaldi
Ci risiamo. Per l’ennesima volta i membri della Commissione Europea dimostrano il loro disprezzo nei confronti dei popoli e della democrazia.
Non serve neanche cercare di analizzare le intenzioni e le opinioni, è del tutto inutile, perché paradossalmente la chiarezza è un pregio dei “grandi capi” europei. Le oscenità antidemocratiche contenute nei trattati sono chiarissime.
Se diciamo che l’Unione Europea mette come valore fondante la competitività prima del benessere dei popoli e della pace non è perché siamo “cattivi complottisti”, ma perché nei trattati è scritto così.
Se diciamo che la Commissione Europea è un organo senza pari nel mondo democratico occidentale non è perché siamo “xenofobi euroscettici”, ma perché la condizione fondamentale per diventare un non eletto commissario europeo è la garanzia di indipendenza, e questo va in contrasto con le più basilari regole democratiche.
Se diciamo che con l’Euro non c’è nessuna speranza, non è perché vogliamo “la fine del sogno”, ma perché se siamo in una situazione in cui lo Stato è inutile e in un’ottica da pareggio di bilancio automaticamente non possiamo sperare di risparmiare denaro e di vivere una vita dignitosa.
Non serve andare a fare chissà quale analisi. È tutto chiaro.
È chiaro come quando il Commissario europeo al commercio Cecilia Malmström disse in un’intervista che la Commissione non deve rispondere al popolo europeo, e che quindi le proteste anti-TTIP non fermeranno le trattative con gli USA.
E adesso abbiamo avuto un altro esempio.
Martin Selmayr è il capo di gabinetto di Jean Claude Juncker.
Tedesco, è vicino alla CDU di Frau Merkel, pertanto potete immaginare che tipo di persona sia. Spesso è stato considerato come un “presidente ombra” della Commissione, come quando si prese la libertà di riscrivere le risposte di una commissaria in vista dell’audizione all’Europarlamento senza chiederle l’autorizzazione, come quando legò le mani a un commissario “colomba” imponendogli la tutela di un vicepresidente “falco”.
Bene. In perfetta linea con la classe dirigente tedesca di oggi, giusto? Un’analisi di un paio di anni fa su “Il Foglio” scriveva: “E, man mano che si moltiplicano decisioni e incidenti, i contorni del disegno sembrano più chiari: fare gli interessi della sua Germania.”
Un paio di giorni fa è uscito con un tweet:
“#G7 2017 with Trump, Le Pen, Boris Johnson, Beppe Grillo? A horror scenario that shows well why it is worth fighting populism.”
(“Il G7 del 2017 con Trump, Le Pen, Boris Johnson, Beppe Grillo? Uno scenario da horror che evidenzia come valga la pena combattere il populismo”)
Eccolo. Ecco il disprezzo.
Allora, parlando di casa nostra… come sapete non evitiamo le critiche nei confronti del M5S e delle sue figure di spicco, che consideriamo “rivoluzionari di facciata” e, purtroppo, in alcuni aspetti gatekeeper. Ma qui non si parla di questo.
Si parla di un cittadino straniero, membro di un’organizzazione èlitaria, antidemocratica, con un potere spropositato, completamente slegata da ogni tipo di legittimazione democratica e co-responsabile del declino economico e sociale di un intero continente… che si intromette nell’unico strumento che hanno i popoli per reagire, cioè il voto?
Chi è Selmayr per dire una cosa del genere? Chi è Juncker? Chi è Van Rompuy per dire che “all’Italia non servono elezioni, servono riforme”? Chi è la Merkel per dare il suo via libera alle “riforme” di altri Paesi? Chi è Wolfgang Schaeuble per richiedere un rimpasto di governo in Grecia?
Ma siamo tutti impazziti in questo ridicolo continente?
Cos’è la democrazia, oggi, in Europa? Votare per i moderati europeisti? Perché altrimenti se votiamo per qualcuno contrario ai diktat vuol dire che c’è una mancanza di democrazia!?
“Democrazia” vuol dire avere un’alternativa!
Al contrario, intromettersi nelle meccaniche di altri Paesi è qualcosa di antidemocratico!
Stia tranquillo, il caro Herr Selmayr. Abbiamo già avuto uno “scenario da incubo” ai G7.
Ogni volta in cui la sua Cancelliera ha partecipato.
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