C’è un aspetto del populismo che bisognerà pur cominciare ad affrontare; e che può riservare molte sorprese. Sia a chi è definito populista sia a chi il populismo lo detesta. Ci riferiamo all’idea, data quasi per scontata, che il populismo sia “qualunquemente” ignorante. Mentre il suo contrario farebbe rima con cultura e competenza. Sulla falsariga di questo canovaccio si snoda la narrazione anti-populista della grande stampa e dei media mainstream. Da qui, i leggendari editoriali post referendum Brexit sullo zotico inglese pastore di greggi e allergico all’Unione europea per colpa del suo “spirito animale” retrogrado, xenofobo e, diciamolo pure, anche anziano e sdentato.
E, sempre da qui, anche un fiume di libri, interviste, elzeviri tutti calibrati intorno alle equazioni: populismo uguale Anzianità&Regresso da un lato; ambientalismo ed europeismo uguale Gioventù&Progresso, dall’altro. I supporter della seconda fazione li chiameremo, di seguito e per comodità, “perbenisti” (nel senso che fanno e dicono “per bene” tutto ciò che il Sistema auspica).
Ora, però, proviamo a scollarci per un attimo dall’appiccicosa influenza di questi stereotipi e guardiamoci attorno. Facciamoci un giro sul web alla ricerca del verbo populista, sondiamo la blogosfera degli anti-euro, curiosiamo sui siti antagonisti. Poi andiamo nelle piazze e mescoliamoci alle sardine o ai giovani gretini. Ci accorgeremo, seduta stante, di una cosa. In linea generale, e salve le inevitabili eccezioni, l’universo populista è “popolato” da moltissime persone super-preparate sugli argomenti politici tipici della dialettica tra populismo ed anti-populismo.
Per intenderci, essi conoscono a fondo le norme chiave dei trattati di Maastricht e Lisbona, possono citare a menadito parecchi articoli della Costituzione, affrontano senza imbarazzi dibattiti sul Mes, sul Fiscal compact, sulle dinamiche del debito pubblico, sul rapporto deficit-Pil, sul signoraggio, sulle singole istituzioni europee e sulle prerogative di ciascuna, sulla storia del processo di unificazione, sui concetti di bilancia dei pagamenti, di lender of last resort e via e via e via.
Insomma, sono a tutti gli effetti – per usare un pallosissimo aggettivo tanto di moda – dei veri “competenti”. Per contro, gli ambientalisti del green new deal e le sardine ignorano quasi sempre, e quasi del tutto, l’enorme complessità del sistema intorno al quale il “populista tipo” studia e si aggiorna senza posa. Ambientalisti, europeisti, sardine in genere, si esprimono con un linguaggio basico, infarcito di slogan general-generici, di semplificazioni puerili e di luoghi comuni da sacrestia (la salvezza del pianeta, la lotta contro l’odio e contro la paura, l’antifascismo in assenza di fascismo eccetera eccetera). Questo paradossale corto circuito suggerisce delle allarmanti conclusioni.
La preparazione tecnica del populista medio lo conduce inesorabilmente a scelte, ad azioni, a voti anti-establishment. L’impreparazione “fisiologica” del perbenista lo porta a schierarsi, senza se e senza ma, con il potere costituito e con i suoi megafoni. Nello stesso tempo, i media (cani da guardia delle oligarchie), senza avvedersi del controsenso, propagandano la “competenza”, ma esaltano chi la nega: pompando visibilità nelle vele dei perbenisti incompetenti e bruciando i vascelli dei populisti competenti. Morale; la Matrice ha un bisogno assoluto di chi non sa o non capisce: bambini, adolescenti, ottusi e impreparati (donde le proposte di abbassare l’età del voto o di togliere il voto ai vecchi). E quindi li “promuove” in ogni modo. Nel contempo, accusa di ignoranza e superficialità (cioè di populismo) proprio chi ha colto le storture giuridico-economico-sociali e i meccanismi della manipolazione del consenso. È il mondo al contrario che dobbiamo capovolgere.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
Sostieni ScenariEconomici.it
Fra Mass Media ormai completamente uniformati ai bollettini di informazione del Potere, Scenari Economici rimane una voce che presenta opinioni libere ed indipendenti. Aiutaci a crescere ed a farci conoscere, sia condividendo i nostri contenuti, sia, se vuoi, con una donazione. Grazie!
