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La CIna appoggia le pretese argentine sulle Falklands-Malvinas.

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La Cina cerca di conquistare il Sud America con posizioni anti-colonialiste che, in alcune situazioni, possono risultare vincenti. L’ambasciatore cinese presso le Nazioni Unite, Geng Shuang, ha appoggiato la rivendicazione dell’Argentina sulle isole Falkland e ha invitato i Paesi ad abbandonare il “pensiero coloniale”, avvertendo delle gravi implicazioni per l’ordine internazionale.


Geng, vice rappresentante permanente della Cina presso le Nazioni Unite, ha fatto questi commenti martedì davanti a un comitato speciale sulla decolonizzazione, che ha adottato una risoluzione che invita la Gran Bretagna e l’Argentina a riprendere i negoziati sulle isole, note anche come Malvinas.

“La questione delle isole Malvinas è un retaggio storico del colonialismo. Anche se l’era coloniale è passata, l’egemonismo e la politica di potere che sono in linea con il pensiero coloniale esistono ancora oggi”, ha detto.
Geng ha affermato che questo modo di pensare ha un “grave impatto” sulle relazioni e sull’ordine internazionale e “danneggia seriamente” la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo dei Paesi coinvolti.

“La comunità internazionale deve rimanere estremamente vigile e resistere con determinazione”, ha dichiarato.
L’Argentina sostiene che le isole – che distano circa 600 km dalla sua costa nell’Atlantico meridionale – sono state conquistate illegalmente dalla Gran Bretagna, che sostiene di avere rivendicazioni territoriali che risalgono al 1765.

La disputa secolare è sfociata in una guerra di due mesi tra i due Paesi nel 1982, dopo che un tentativo di Buenos Aires di conquistare il territorio ha spinto la Gran Bretagna a inviare una task force navale per riconquistare le isole.
La questione è stata ripresa a marzo, quando l’Argentina ha abbandonato un accordo di cooperazione del 2016 – che riguardava questioni come l’energia, la navigazione e la pesca, ma non la sovranità – e ha chiesto di tornare a negoziare sulle isole.
Il segretario agli Esteri britannico James Cleverly ha ribadito con fermezza che le isole sono territorio britannico, sottolineando su Twitter che gli isolani “hanno scelto di rimanere un territorio d’oltremare autogovernato dal Regno Unito”.

Il referendum del 2013 sulle isole si è concluso con un 99,8% di voti a favore della permanenza della Gran Bretagna, ma gli abitanti sono solo 3600, quasi tutti pastori e pescatori di origine scozzese.
L’anno scorso il segretario argentino per gli affari delle Malvinas Guillermo Carmona ha sottolineato che il Paese sudamericano intendeva “approfittare” del clima geopolitico – compresa la guerra in Ucraina – per rafforzare il sostegno internazionale alla sua rivendicazione.

In un’intervista rilasciata a Reuters ad agosto, Carmona ha dichiarato che il mondo “raramente ha parlato così tanto dell’integrità territoriale dei Paesi come da quando la Russia ha invaso l’Ucraina a febbraio”. “Questo ha messo in evidenza il doppio standard di alcune potenze occidentali, come la Gran Bretagna, che applicano un criterio in Europa e un altro in Sud America”.

Alla riunione della commissione ONU di martedì, Geng ha dichiarato che Pechino “sostiene fermamente” la rivendicazione dell’Argentina sul territorio conteso e auspica la risoluzione delle controversie attraverso negoziati pacifici.
“Esortiamo il Regno Unito… a evitare misure che possano aggravare la tensione e il confronto, e allo stesso tempo a rispondere attivamente alla richiesta dell’Argentina di riprendere il dialogo e i negoziati”, ha dichiarato.

Sebbene le osservazioni di Geng si riferissero alle isole Falkland, esse riprendevano l’argomentazione di lunga data del ministero degli Esteri cinese, secondo cui gli Stati Uniti e altre nazioni occidentali cercano di mantenere il proprio dominio quando si oppongono alla presenza militare della Cina nel Mar Cinese Meridionale.

Il corso d’acqua, ricco di risorse, è oggetto di rivendicazioni concorrenti da parte della Cina e di alcuni Paesi della regione che hanno espresso sempre più le loro preoccupazioni per le azioni cinesi e l’accumulo militare nelle aree contese. La differenza, non secondaria, è che sse le Falklands sono diverse migliaia di chilometri da Londra, le rivendicazioni nel Mar Cinese Meridionale provengono da altri paesi rivieraschi come il Vietnam e le Filippine.

Comunque Pechino, con questa mossa, punta ad assicurarsi un appoggio da parte dei paesi sud americani nelle sue contese orientali. Tanto le Falklands sono lontane dal Mar Cinese.

 


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