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Stagno: l’Indonesia ridurrà l’export, possibile aumento dei prezzi

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Il governo indonesiano ha in programma di dare una scossa al mercato dello stagno nei prossimi mesi. Il paese dell’Asia sud orientale ha deciso di smettere di esportare il proprio minerale grezzo e di creare una propria industria nazionale della lavorazione dello stagno anche nei passaggi produttivi successivi. Secondo l’analista di Metalminer, il governo vuole attrarre gli utilizzatori finali, come i produttori di saldature e i costruttori di veicoli elettrici, con incentivi che includono agevolazioni fiscali e vacanze.

“Vogliono diventare un centro di produzione di veicoli elettrici”, ha detto la fonte. “Vogliono avvicinarsi a questo obiettivo”. Attualmente circa il 95% dello stagno raffinato del Paese finisce per lasciare lo Stato per sostenere il mercato globale. Al contrario l’Indonesia vorrebbe che questo metallo venisse lavorato in loco, attraendo i trasformatori, ma bloccando l’export del minerale e del metallo raffinato.

L’analista ha fatto queste osservazioni a margine del seminario sui metalli del London Metal Exchange, tenutosi il 24 ottobre. L’evento faceva parte della Settimana LME 2022, iniziata nella stessa data. “Il downstreaming dello stagno raffinato creerebbe anche posti di lavoro in Indonesia”, ha osservato l’analista. “È una questione economica”.

La fonte ha stimato che la produzione di stagno raffinato in Indonesia è attualmente pari a circa il 75% della capacità produttiva, anche se ha rifiutato di fornire una cifra esatta sulla capacità effettiva. Ha però fatto notare che ci sono circa 30 fonderie di varie dimensioni nella provincia insulare di Bangka-Belitung. È qui che si svolge la maggior parte dell’estrazione e della fusione dello stagno nell’arcipelago insulare.

Il presidente indonesiano Joko Widodo e i ministeri degli investimenti e delle miniere del Paese sono tutti fortemente coinvolti nel progetto. Widodo aveva inizialmente ventilato l’idea di vietare le esportazioni di stagno alla fine del 2021, anche se non aveva specificato se ciò si sarebbe applicato al concentrato di stagno o ai prodotti finiti. “Ma credo che ora l’obiettivo sia più realistico”, ha commentato l’analista. L’Indonesia non ha i problemi energetici di cui soffrono i paesi occidentali, per cui sarebbe relativamente facile attrarre aziende che attualmente stanno soffrendo della crisi energetica del vecchio continente.


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