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Italia: sesto mese consecutivo di contrazione. Questa è la vera sfida per il governo

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L’indicatore previsionale PMI della manifattura segna un valore negativo, inferiore a cinquanta, per il sesto mese consecutivo. Il PMI manifatturiero di S&P Global Italy è salito a 48,5 nel dicembre 2022 da 48,4 in novembre, rispettando le previsioni del mercato e indicando un sesto mese consecutivo di calo dell’attività industriale in condizioni di domanda debole. Sia la produzione che i nuovi ordini sono diminuiti ulteriormente, anche se a un ritmo più lento. Anche l’attività di acquisto è diminuita, poiché le aziende hanno ridotto gli acquisti di fattori produttivi in risposta alla debolezza delle vendite. Le scorte di pre-produzione sono diminuite per la seconda volta in tre mesi e in modo moderato nel complesso. I tempi di consegna dei fattori produttivi si sono ulteriormente allungati, tuttavia, a causa delle segnalazioni di problemi di trasporto e di carenza, anche se i ritardi sono stati i meno gravi da settembre 2020. Nel frattempo, l’occupazione è aumentata marginalmente e i prezzi hanno continuato a crescere, spinti da energia, materiali e imballaggi. Il sentimento delle imprese si è rafforzato, raggiungendo un massimo di sette mesi, grazie alle speranze di ripresa dei mercati chiave, al miglioramento della domanda e ai nuovi investimenti, ma comunque rimane nel terreno della contrazione.

Ecco il grafico sul breve termine

Ed ecco invece una visone a medio lungo, che ci mostra come l’euforia industriale post covid sia completamente scomparsa e siamo tornati allo spleen del 2018-19.

Questa è la vera sfida del governo Meloni, quella da risolvere per porre le basi alla soluzione di tutti gli altri problemi. La soluzione di questo problema viene a richiedere prima di tutto di trovare il bandolo del problema dei costi energetici: proprio la scorsa settimana le aziende italiane hanno pagato un costo energetico abnorme rispetto a quello pagato dalle aziende tedesche e francesi. Quindi c’è da ripulire tutta la paccottiglia burocratica che è stata creata negli ultimi venti anni e che non ha portato nessun miglioramento né nella sicurezza né nella qualità della produzione, pur avendo incrementato il peso, e il costo, per le aziende. Senza una crescita produttiva tutti i programmi del governo valgono zero, e questa è la vera sfida perla Meloni.

 

 

 


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