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Iran, Armenia e Azerbiagian: un difficile equilibrio di potere nel Caucaso

L’Iran deve prendere atto che le cosa cambiano nel Caucaso e le sue tradizionali relazioni diplomatiche ed economiche evolvono in nuove direzioni

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L’Iran, estremamente attivo nel settore mediorientale, deve adattarsi a una diversa realtà nel quadrante caucasico, dove la situazione è in rapida evoluzione.

Due importanti sviluppi degli ultimi anni – la riconquista del Nagorno-Karabakh da parte dell’Azerbaigian e l’invasione immotivata dell’Ucraina da parte della Russia – hanno creato nuove aperture diplomatiche per l’Iran. Il mutato ambiente geopolitico ha permesso all’Iran e all’Azerbaigian di appianare quella che per gran parte del periodo post-sovietico era stata una relazione spinosa. Allo stesso tempo, i legami tradizionalmente stretti dell’Iran con l’Armenia sono sempre più tesi. Ma le cose sono sempre in evoluzione.

A marzo, i ministri degli Esteri dell’Iran e dell’Azerbaigian, Hossein Amir-Abdollahian e Jeyhun Bayramov, si sono incontrati a margine della riunione dell’Organizzazione della Conferenza Islamica in Arabia Saudita, concordando il ritorno del personale diplomatico azero a Teheran. Baku aveva ritirato i suoi diplomatici dopo un attacco armato all’ambasciata all’inizio del 2023, che aveva causato la morte di un cittadino azero.

Il riavvio diplomatico si è verificato non molto tempo dopo che Baku e Teheran avevano risolto un’altra tensione, firmando lo scorso autunno un accordo per la costruzione di un collegamento ferroviario noto come corridoio di Aras. Il percorso collegherà l’Azerbaigian continentale alla sua exclave di Nakhchivan attraverso il territorio iraniano. In precedenza, l’Azerbaigian aveva cercato di costruire un percorso più diretto, noto come corridoio Zangezur, ottenendo diritti extraterritoriali dall’Armenia. L’Iran si era opposto a Zangezur perché temeva che avrebbe creato una barriera al commercio iraniano-armeno.

Il corridoio di Aras che collega Azerbaigian e Nackhvan evitando il territorio armeno

Problemi con l’Armenia

Mentre le relazioni tra Iran e Azerbaigian stanno migliorando, quelle tra Iran e Armenia hanno avuto dei problemi.

Lo stesso giorno di marzo in cui i ministri degli Esteri dell’Azerbaigian e dell’Iran hanno ripristinato le piene relazioni diplomatiche, il ministro della Difesa dell’Armenia, Suren Papikyan, si è recato a Teheran per un incontro con gli alti funzionari iraniani, i quali hanno lanciato un fermo monito affinché Yerevan non si avvicini troppo a “partiti extra-regionali”. La frase era un chiaro riferimento alla recente coltivazione di legami di sicurezza di Yerevan con le potenze occidentali, tra cui Francia e Stati Uniti. Il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan ha riconosciuto le tensioni con Teheran.

Altri fattori geopolitici stanno spingendo Teheran e Yerevan in direzioni divergenti. In primo luogo, le tensioni in Medio Oriente legate al conflitto tra Israele e Hamas hanno sollevato la possibilità di un allargamento della guerra per coinvolgere gli alleati iraniani e forse anche l’Iran stesso. Ciò ha spinto Teheran a coprire i rischi adottando misure per garantire la calma al suo confine settentrionale. Ricordiamo che, comunque, Baku e Washington hanno buoni rapoorti e che nel nord dell’Iran vi è una forte minoranza azera che potrebbe diventare obiettivo di una mobilitazione filo occidentale.

L’Armenia ha anche sperimentato un rapido deterioramento delle relazioni con la Russia, a causa della percezione diffusa tra gli armeni che Mosca non sia stata all’altezza dei suoi impegni di sicurezza con Yerevan durante la fase più recente del conflitto del Karabakh. Di conseguenza, l’Armenia sta cercando di diversificare i suoi partner stranieri, in particolare le potenze occidentali.

L’intenzione recentemente espressa dall’Armenia di richiedere l’adesione all’Unione Europea potrebbe essere un’irritazione duratura nei legami di Yerevan con Teheran, per quanto questa richiesta, in questa fase, appaia irrealistica. Il processo di adesione richiederebbe all’Armenia di apportare importanti cambiamenti per allineare la sua politica estera a Bruxelles. Tra questi requisiti vi sarebbe l’abolizione del regime di esenzione dal visto dell’Armenia con l’Iran e il riorientamento del commercio di Yerevan lontano dall’Unione Economica Eurasiatica guidata da Mosca, con la quale l’Iran ha firmato un accordo di libero scambio.

L’inasprimento delle relazioni armeno-russe contrasta fortemente con il rafforzamento dei legami di Teheran con Mosca, una tendenza guidata in parte dallo sviluppo della rotta commerciale Nord-Sud, che aiuta la Russia a mitigare l’impatto delle sanzioni occidentali. L’espansione di questo tipo di commercio incoraggia una più stretta collaborazione tra Iran e Azerbaigian per facilitare il transito delle merci destinate alla Russia.

Essendo due Paesi pesantemente sanzionati, l’Iran e la Russia sono uniti da un senso di “solidarietà inter-paria”. L’Iran ha fornito alla Russia i droni che quest’ultima ha impiegato contro l’Ucraina. In cambio, l’Iran si aspetta che la Russia svolga un ruolo fondamentale nell’aggiornamento dei suoi sistemi di difesa aerea. Nel 2023, la Russia ha superato la Cina come principale investitore straniero in Iran, anche perché comunque Mosca ha un notevole know-how nel settore energetico. Al contrario, le prospettive di impegno dell’Iran con l’Occidente sono diminuite.

Teheran cerca di bilanciarsi

Nonostante il miglioramento dei legami con Baku e il colpo di mano diplomatico di Yerevan, sarebbe prematuro supporre che Teheran sia intenzionata a modificare la sua politica del Caucaso per schierarsi fermamente con l’Azerbaigian a spese dell’Armenia. L’Iran non considera la geopolitica del Caucaso come un gioco a somma zero. I funzionari iraniani, ad esempio, continuano a sostenere costantemente la sovranità e l’integrità territoriale dell’Armenia. Anche se Teheran persegue la normalizzazione con Baku, i funzionari iraniani sono determinati a fare tutto il possibile per mantenere aperta e fluida la rotta commerciale del Paese verso l’Armenia.

Nonostante l’accordo sul corridoio di transito Aras con l’Azerbaigian, l’Iran vuole diversificare la sua rete commerciale, sperando di sviluppare un’altra rotta ferroviaria attraverso l’Armenia e la Georgia verso il Mar Nero. L’ambasciatore iraniano in Armenia, Mehdi Sobhani, ha recentemente ribadito questi punti, con l’irritazione dei media filogovernativi di Baku.

Per Teheran, le forti relazioni strategiche dell’Azerbaigian con Israele sono  un fattore in grado di scuotere rapidamente le relazioni irano-azere. La volatilità in Medio Oriente, sottolineata dal recente attacco missilistico israeliano contro un consolato iraniano in Siria che ha ucciso due generali iraniani, può portare l’Iran in conflitto diretto con Israele, sconvolgendo la capacità dell’Azerbaigian di essere amico di due nemici.

In questo contesto, anche se l’Iran potrebbe non essere entusiasta della crescente presenza occidentale, in particolare francese, in Armenia, tale presenza aiuta in qualche modo a bilanciare l’influenza azera nel Caucaso. In effetti, il sostegno alla sovranità dell’Armenia è una delle poche cose su cui l’Occidente e l’Iran sembrano essere d’accordo oggi.


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