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Immobiliare cinese: anche il gruppo Shimao registra super perdite e un crollo in borsa

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I problemi del settore immobiliare cinese continuano ad aggravarsi: Shimao Group, uno dei tanti costruttori del Paese che hanno fatto default sul proprio debito, ha annunciato perdite ingenti, similmente a quanto successo a Evergrande. 

La prolungata crisi del settore immobiliare nella seconda economia mondiale ha visto gli sviluppatori immobiliari alle prese con pesanti debiti e con una domanda fiacca di nuove proprietà, con i potenziali acquirenti di case che privilegiano il risparmio in un’economia in rallentamento.

Ora il Gruppo Shimao ha reso noti i suoi risultati finanziari, dopo 16 mesi di ritardo e varie minacce di delisting della società. La società ha registrato una perdita di 48,6 miliardi di yuan (6,8 miliardi di dollari) in due anni di attività e oggi, dopo la ripresa delle contrattazioni per la prima volta dall’aprile 2022, le azioni dell’azienda in difficoltà sono scese del 67%.

Il calo del prezzo delle azioni di Shimao è il più grande mai registrato ed è sintomatico di una crisi più ampia del settore.

Il mese scorso Evergrande, il più grande costruttore cinese, ha annunciato un’enorme perdita biennale di 81 miliardi di dollari, una cifra quasi tripla rispetto al PIL dell’Islanda. L’azienda è balzata agli onori della cronaca nel 2021 per il default del suo debito, un evento che si è riverberato sui mercati globali e ha avuto conseguenze di ampia portata sul settore immobiliare della nazione asiatica.

Le insolvenze di massa e i progetti abbandonati sono diventati un vento contrario per l’economia cinese in difficoltà, con il settore immobiliare a guidare il crollo.

Le vendite di immobili per superficie sono scese del 28,1% a giugno rispetto a un anno fa, segnando il calo maggiore dell’anno e persino peggiore di quello del 19,7% di maggio, secondo un recente rapporto di Reuters. Il crollo dei prezzi delle case, il calo degli avvii di costruzione e la diminuzione degli investimenti immobiliari sono tutti fattori che hanno messo in crisi l’industria della costruzione di case.

Il settore immobiliare rappresenta circa un quinto del PIL cinese e il suo declino ha trascinato la crescita del secondo trimestre del Paese, che è aumentata del 6,3% rispetto a un anno fa. Il dato è nettamente inferiore al 7,1% previsto dagli economisti.

Il Paese asiatico ha lottato con una debole ripresa post-pandemia e sono aumentate le pressioni su Pechino affinché introducesse misure per affrontare il crollo.


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