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Immigrazione: e se i polacchi non avessero tutti i torti?

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Ieri il vertice dei capi di governo UE sull’immigrazione non ha avuto il successo sperato. Nonostante la mediazione di Giorgia Meloni la nuova intesa, che prevede una sorta di obbligo alla redistribuzione dei richiedenti asilo, salvo il pagamento di 22 mila euro per ogni richiedente asilo non accettato.

La norma sembra scritta in favore di quei paesi come Italia e Grecia che si trovano, purtroppo, ad essere la frontiera dell’Europa, ma né Polonia né l’Ungheria sono state disposte ad accettare la proposta. L’Ungheria di Orban, in questo momento, ha una posizione eccentrica rispetto al resto della UE, ma la Polonia ha un governo che fa parte di ECR, il gruppo presieduto dalla Meloni, ed è visto un po’ come una guida per gli altri paesi centro europei. Perché non ha accettato la mediazione?

Il sito polacco RP.PL lo spiega con grande chiarezza:

1) Mateusz Morawiecki: la Polonia sostiene il consenso del 2018 sui rifugiati

 La Polonia ha aderito alla nostra posizione, che è stata definita come il consenso del Consiglio europeo nel 2018, confermata nel 2019 ed è ancora il canone vincolante delle decisioni politiche. Poiché il nostro punto di partenza è la sicurezza, e in Polonia la sicurezza è descritta dai polacchi come di alto livello, vogliamo mantenerla a questo livello, ha affermato.

Il 96 percento. dei polacchi ritiene che nel loro quartiere sia sicuro, si può facilmente uscire a fare una passeggiata, al ristorante o al cinema, anche dopo il tramonto. Gli abitanti delle città svedesi, o anche qui a Bruxelles, Parigi, Marsiglia, Lilla, possono dire lo stesso del loro quartiere? Perché i polacchi dovrebbero calare il loro livello di sicurezza?

Mateusz Morawiecki: se apriremo la porta, arriverà un’ondata di clandestini

Il presidente francese Emmanuel Macron, che ho visto questa mattina, ha dovuto lasciare presto il vertice per affrontare le enormi rivolte, auto in fiamme, pneumatici, vetri rotti, furti, rapine e molti crimini che si verificano in Francia. Negozi saccheggiati, ristoranti vandalizzati, auto della polizia incendiate. Barricate nelle strade. Perché la Polonia dovrebbe vedere lo stesso spettacolo? Dice  Morawiecki  “Penso che tutti i polacchi, compresi gli elettori dell’opposizione, risponderanno che questo non è il quadro che vogliamo”.

Morawiecki prosegue: “Apriremo la porta – entrerà un intero fiume di migranti illegali, quello con cui abbiamo a che fare, ad esempio, in Francia o in Svezia, lontano dal Mar Mediterraneo “

Morawiecki ha fatto riferimento alla dichiarazione del Commissario UE er gli affari interni, Ylva Johansson.

“Ha detto che tutto questo non significa trasferimento forzato. Se un paese deve pagare una multa di 22.000 euro per un immigrato non accettato, è di fatto una coercizione. E il secondo punto: ho chiesto che se questo è ciò che ha detto la signora Johansen, ho chiesto che, quindi, l’affermazione secondo cui non vi è alcun trasferimento forzato sia inclusa nelle conclusioni. Poiché non c’era consenso a questo, non siamo d’accordo con le conclusioni – penso che tutto sia logico, tutto sia chiaro, ha dichiarato il capo del governo”. 

Non abbiamo accettato di deviare da questo consenso, e quindi non abbiamo accettato di adottare una conclusione in una forma che implichi il nostro consenso tacito o implicito alla migrazione forzata, o a qualsiasi distribuzione, separazione degli immigrati clandestini“, ha aggiunto. Spero che l’Europa torni in sé e torni in sé“.

Mateusz Morawiecki: periferia di Parigi in fiamme e tranquilli villaggi polacchi

La Polonia ha presentato il piano “L’Europa delle frontiere sicure”, che si compone di pochi semplici punti che hanno incontrato una scissione positiva. In primo luogo, aumentare gli investimenti nella protezione delle frontiere esterne dell’Unione, in secondo luogo, rafforzare Frontex, in terzo luogo, contrastare l’immigrazione di massa alla fonte. In paesi che soffrono anche oggi a causa della grande criminalità del colonialismo. Ne è responsabile la Polonia? 

La Polonia poi propone di ridurre fortemente i servizi sociali per coloro che sono clandestini e non provengano da aree di guerra, come l’Ucraina, di cui una grossa fetta dei rifugiati è ospitata proprio in Polonia. Accusarla di egoismo è scorretto.

Siamo sicuri che questa non sia la soluzione giusta anche per l’Italia?

Facciamoci una domanda: la maggioranza di Centrodestra ha ricevuto i voti per una soluzione all’immigrazione che lascia la UE come una sorta di colapasta penetrabile da qualunque parte, con solo la possibilità di un parziale ricollocamento degli sbarcarti, oppure per fermare in modo definitivo questo flusso irregolare ed estremamente problematico. Il Presidente Meloni è stato eletto per fare accordi con Macron, o per evitare che l’Italia faccia la fine della Francia?

Il problema è che cercare una soluzione europea, qualsiasi questa sia, sembra per lo meno illusorio, o porta il problema a un livello di complessità che neppure Cavour potrebbe gestire anche perché, francamente, la discussione avviene con parti politiche che spesso hanno interesse nel veder fallire l’Italia. Per quanto buono possa essere l’accordo superiore la situazione è tale per cui bisogna essere realisrti e consci che questo potrebbe non essere mai raggiunto, almeno ad un livello utile per l’Italia. Anche perché non possiamo andare avanti molto con 60 mila migranti irregolari ogni sei mesi, come è accaduto nella prima metà del 2023.


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